
Treviso, i farmacisti e le farmacie in campo per contrastare la violenza di genere
Roma, 22 novembre – I farmacisti della Marca trevigiana si uniscono alla grande mobilitazione contro il fenomeno, purtroppo diffuso, della violenza contro le donne, scendendo in campo per contrastarlo: in occasione della giornata internazionale dedicata alla lotta contro la violenza di genere, che si celebrerà il 25 novembre, l’Ordine dei farmacisti della provincia di Treviso e i sindacati delle farmacie FarmacieUnite e Federfarma Treviso hanno infatti deciso di aderire alla campagna di sensibilizzazione contro ogni forma di violenza ai danni delle donne, promossa da Soroptimist Club di Conegliano e Vittorio Veneto.
In questi giorni sono in distribuzione a tutte le farmacie della provincia di Treviso dei sacchetti sui quali è riportato in evidenza il numero 1522, numero unico nazionale a cui rivolgersi in caso di
violenze, abusi o stalking, attivo 24 ore su 24 per accogliere le richieste di aiuto tramite operatrici specializzate. Inoltre gli associati di FarmacieUnite esporranno cartelli in 12 lingue che invitano le
vittime di violenza a contattare il numero 1522.
L’iniziativa – informa una nota alla stampa – si inserisce in un percorso avviato già da alcuni anni da una rete territoriale inter-istituzionale che raccoglie in modo trasversale tribunali, forze dell’ordine, università, uffici scolastici, aziende sanitarie locali e vari ordini professionali.
“Tutti noi, pubblico e privato, dobbiamo impegnarci contro la violenza di genere sia con azioni personali di sensibilizzazione e sia con progetti comuni per contrastare la discriminazione e l’abuso
sulle donne“ dichiara il presidente di FarmacieUnite, Federico Conte (nella foto). “Superare una situazione di violenza è un percorso complesso e doloroso per la vittima. FarmacieUnite non ha esitato nell’aderire a questa campagna di sensibilizzazione allo scopo di rilanciare con forza la prima forma di aiuto che possiamo dare alla vittima di violenza: il numero 1522 con il quale avviene la prima presa in carico della vittima di violenza”.
Analizzando i dati nazionali provenienti dalle chiamate al 1522 emerge che nel 2021 le richieste di aiuto delle vittime tramite telefono o via chat sono state 12.305: in diminuzione rispetto al periodo di lockdown. In Veneto il numero delle strutture censite nel 2021 sono: 26 Centri antiviolenza (5 nel trevigiano), 17 Case Rifugio A (ospitalità temporanea terminata la fase di protezione) e 10 Case Rifugio B (ospitalità temporanee protette).
A questi si aggiungono 37 sportelli di centri antiviolenza operativi, in aumento. Nel 2021 sono stati 6570 i contatti (telefono, mail, di persona) ai centri antiviolenza veneti, la maggioranza dei quali da persone di nazionalità italiana (67%) di età compresa tra 31 e 50 anni, in prevalenza donne coniugate con un grado di istruzione medio alto (63%) e per la maggior parte occupate (53%). La maggioranza delle violenze denunciate è psicologica, seguita da quella fisica, nel 98% dei casi gli autori sono maschi.
