Salute, il paradigma della planetary health, anche il farmacista tra i protagonisti

Salute, il paradigma della planetary health, anche il farmacista tra i protagonisti

Roma, 24 novembre – Il climate change, com’è ormai evidente all’intera opinione pubblica mondiale (con la sola eccezione dei negazionisti a oltranza) è a un tempo la madre e il padre dei problemi del pianeta, con le drammatiche emergenze che ne derivano in ogni ambito, dall’economia alla salute. Ed è proprio su questo tema attuale e decisivo come nessun altro che si è concentrato il convegno Planetary Health e Pandemia. Keywords in un nuovo piano di innovazione e sostenibilità ambientale”, organizzato dall’associazione FuturPharma e tenutosi a Roma nei giorni scorsi, con il preciso obiettivo di provare a comprendere come l’impatto degli stravolgimenti climatici e ambientali trasformerà i paradigmi della sanità, rendendo inevitabilmente necessaria sia l’acquisizione di nuove competenze e conoscenze scientifiche, sia un nuovo approccio nelle attività di assistenza e nella cura, che non potrà che essere più condiviso e partecipato. La stessa definizione planetary health, del resto, esprime un aspetto essenziale del nuovo concetto di salute che considera le interazioni tra ecosistema umano, animale e ambientale per fornire un approccio nuovo che rafforza il concetto di one health e che rappresenta l’unica via percorribile per contrastare efficacemente le nuove sfide (comprese quelle di cui tanto si è parlato in questi giorni, dell’antimicrobico-resistenza e di possibili future pandemie).

Tra gli interventi del convegno  – insieme a quelli del presidente della Federazione nazionale degli ordini dei farmacisti Andrea Mandelli e del presidente dell’Enpaf e dell’Ordine dei farmacisti di Roma Emilio Croce –  si segnalano quelli di Rossana Matera,  presidente di FuturPharma e di Luisa Regimenti (nella foto),  europarlamentare di Forza Italia membro della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare a Bruxelles.

La prima ha voluto chiarire le ragioni del convegno, concepito come un momento di incontro e confronto professionale utile a sollecitare e sostenere le azioni che anche i farmacisti, protagonisti indiscussi della sanità di prossimità, possono “mettere a terra” nel vivo del territorio, nella loro quotidiana azione di assistenza sanitaria della comunità di riferimento e favoriti dalla conoscenza diretta e “vissuta” dei diversi ecosistemi ambientali. Proprio in ragione della loro condizione di centralità sul territorio, i farmacisti possono infatti fare molto,  in un quadro di cooperazione interprofessionale con gli altri professionisti della sanità di vicinato, per dare concretezza a piani, campagne e azioni che –  in un piano di integrazione e coordinamento  –  diffondano una cultura e una consapevolezza sanitaria nuove, fondate sull’imprescindibile assunto che la salute è una sola ed è per tutti:  ambiente, uomini, animali. Al di fuori di questo approccio one health, la salute – semplicemente – non esiste: ci si può affannare a risolvere questa o quell’emergenza ma sarà come provare a svuotare il mare con un secchiello, per un problema che si risolve o tampona altri mille ne nasceranno.

“Le tematiche di sostenibilità ambientale e i rischi sanitari sono importanti sfide globali di assoluto interesse in Europa” ha confermato da parte sua Regimenti nel suo intervento, nel quale ha poi sottolineato come sia assolutamente fondamentale la cooperazione europea per la redazione di nuove strategie che rafforzino la resilienza e la sostenibilità dei diversi sistemi sanitari. I fronti su cui intervenire, per l’europarlamentare italiana, sono molteplici, a cominciare dalle politiche industriali: “Bisogna avviarne di nuove, in grado  di ridurre significativamente l’impatto ambientale” ha detto Regimenti, che ha anche richiamato la necessità di “una maggiore competitività alle aziende farmaceutiche europee in ambito internazionale per rafforzare strategicamente maggiore indipendenza e autonomia nel settore dei medicinali e dei principi attivi, contribuendo ad arginare il problema della carenza di diverse specialità medicinali”.

Si tratta dunque di cominciare ad agire integrando l’agenda di lavoro Salute,  Clima e Ambiente delle istituzioni europee con politiche concrete, dalla progettazione di farmaci verdi alla green chemistry, con progetti che seguano i principi del  benign by design, lo sviluppo di prodotti biodegradabili, la minimizzazione delle emissioni industriali, l’educazione all’uso razionale dei farmaci: tutti ambiti nei quali è fondamentale l’azione di prossimità nel territorio da parte dei professionisti sanitari, e dunque anche dei farmacisti.

La strada obbligata, ha detto Matera concludendo i lavori, non può che essere quella  di coniugare un’efficace azione di informazione e promozione della salute e il pieno e convinto sostegno alla ricerca scientifica, “per definire una lista chiara di principi attivi a maggior rischio ambientale da diffondere a tutti i professionisti sanitari perché le fondamentali azioni appropriatezza prescrittiva e monitoraggio della terapia sul territorio possano concorrere al raggiungimento degli obiettivi della nuova strategia Planetary health”.

Tutti obiettivi  che, peraltro,  sono ben chiari alle istituzioni sanitarie mondiali, europee e anche nazionali, che ci  lavorano ormai da tempo e rispetto ai quali hanno già  avviato importanti iniziative soprattutto nel campo della sensibilizzazione e informazione degli operatori e dell’opinione pubblica. Bene ha fatto, in ogni caso, il convegno di FuturPharma a ricordarli.

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