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venerdì 29 Marzo 2024
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Manovra 2023, sparito il riferimento alla riforma della remunerazione delle farmacie

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Risultato immagine per giancarlo giorgetti. Dimensioni: 138 x 160. Fonte: biografieonline.itRoma, 30 dicembre – “Missione compiuta”: questo il commento del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (nella foto) dopo l’approvazione definitiva in Senato della prima Legge di bilancio del governo guidato da Giorgia Meloni. Alla fine i voti favorevoli sono stati 107 e i contrari 69, ai quali si è aggiunto un astenuto.

“Sono soddisfatto di questa prima manovra economica, la considero una missione compiuta” ha detto il titolare del Mef a risultato acquisito. “Scritta in tempi record e in una situazione di contesto eccezionale non positivo, il bilancio che abbiamo presentato rispetta gli impegni presi con gli elettori e ha maturato prima la fiducia dei mercati e delle istituzioni europee e ora ancora più importante, quella del Parlamento. Prudenza, coerenza e responsabilità costruiscono fiducia. Avanti così”, ha concluso il ministro.

Il definitivo via libera del Senato scongiura il ricorso all’esercizio provvisorio che sarebbe scattato dal 1° gennaio 2023. Soddisfatta, ovviamente, la presidente del Consiglio dei ministri: “Quando non c’è approccio pregiudiziale da parte dell’opposizione, possono arrivare anche buone idee” ha detto la premier nel corso della conferenza stampa di fine anno. “Ritengo il dibattito parlamentare prezioso. Avrei voluto dare più tempo alla Legge di bilancio. Ma senza fare polemiche, il precedente governo ha depositato la legge di bilancio l’11 novembre ed era in carica in febbraio. Nonostante questo, all’epoca i tempi del dibattito parlamentare furono sicuramente più strozzati dei nostri. Non rinnego di aver detto che non avrei votato il Pnrr, quando ero all’opposizione, perché non l’avevamo letto in quanto ci è stato consegnato un’ora prima. Chi dell’opposizione mi ha chiesto confronto sulla manovra ha avuto la mia accoglienza. Il prossimo anno lavoreremo in anticipo e depositeremo in Parlamento la legge di bilancio nei tempi previsti”, ha concluso Meloni.

La manovra 2023 “vale” 35 miliardi e consta di ventuno articoli e migliaia di commi, per un totale di 488 pagine con misure che, per quasi due terzi, sono dedicate al finanziamento degli aiuti a imprese e famiglie per contrastare il caro-energia. Una sintesi molto schematica dei suoi contenuti è stata proposta dall’agenzia Ansa in un lancio che proponiamo in coda all’articolo. Qui gioverà richiamare le misure più significative per la sanità, che il nostro giornale ha già ricordato ieri in questo articolo, a  partire dagli stanziamenti in favore del Fondo sanitario nazionale, incrementato per il 2023 di 2,15 miliardi di euro,che si vanno ad aggiungere ai 2 miliardi in più già stanziati dalla manovra del precedente esecutivo, portando il totale delle risorse per la sanità pubblica a 128,211 miliardi di euro. È però il caso di ricordare che due terzi del surplus di finanziamento (ovvero 1,4 miliardi sui 2,15 di aumento) andranno a coprire i costi del caro-energia.

Per le farmacie diventano legge le misure sulla “remunerazione aggiuntiva” che discendono in via diretta da un emendamento proposta dalla maggioranza di governo del quale il nostro giornale ha già dato conto a suo tempo,  che stanzia 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025 come remunerazione aggiuntiva per le farmacie (nel testo originario  del Governo lo stanziamento era peraltro previsto per il solo anno 2023).

C’è però – rispetto all’emendamento approvato il 6 dicembre scorso in Commissione Bilancio e i suoi successivi aggiustamenti – una modifica decisamente importante e almeno  prima vista tutt’altro che positiva: nella precedente formulazione del testo la norma sulla remunerazione aggiuntiva trovava una delle sue ragioni necessitate “nelle more della riforma del sistema di remunerazione dei farmaci erogati in regime di Servizio sanitario nazionale”.  In buona sostanza, in attesa di una riforma organica del sistema di compensi per il servizio reso dalle farmacie, “al fine di salvaguardare la rete di prossimità rappresentata dalle farmacie italiane e di dare continuità alla sperimentazione dell’attività di vaccinazione” viene riconosciuta “a decorrere dal 1° gennaio 2023 e fino al 31 dicembre 2025, una remunerazione aggiuntiva, quale parte integrante del prezzo dei medicinali, in favore delle farmacie per il rimborso dei farmaci erogati in regime di Servizio sanitario nazionale”. 

Una solerte e misteriosa “manina”, però, nelle fasi cruciali dell’iter del provvedimento, è evidentemente riuscita a intervenire sul testo con ulteriori aggiustamenti, che rendono strutturali i 150 milioni di “aggiuntiva” ma eliminano il riferimento a una futura (e inevitabilmente problematica, almeno in termini di applicabilità) riforma della remunerazione, sulla cui necessità, come si ricorderà, si è peraltro espresso recentemente anche il ministro della Salute Orazio Schillaci.

Questi, a ogni buon conto, i commi  sulla farmacia (cambiati anche nella numerazione: originariamente erano contenute il 339, 340 e 341) contenuti nel testo diventato legge con il voto di ieri. Dai quali si evince agevolmente come ogni riferimento alla riforma della remunerazione sia sparito d’incanto e senza quasi che nessuno se ne accorgesse. Il colpo di mano, o di “manina” che dir si voglia, non passerà in ogni caso inosservato e, c’è da scommetterci, non tarderà a incendiare il dibattito di settore.

532. Al fine di salvaguardare la rete di prossimità rappresentata dalle farmacie ita­liane, anche sulla base degli esiti della spe­rimentazione prevista dall’articolo 20, commi 4, 5 e 6, del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 maggio 2021, n. 69, con de­creto del Ministro della salute, adottato di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previa intesa in sede di Con­ferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, è riconosciuta, a decor­rere dal 1° marzo 2023, una remunerazione aggiuntiva in favore delle farmacie per il rimborso dei farmaci erogati in regime di Servizio sanitario nazionale, nel limite di 150 milioni di euro annui a decorrere dal­ l’anno 2023.

  1. Il decreto di cui al comma 532 è emanato entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
  2. Agli oneri derivanti dal comma 532, pari a 150 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2023, si provvede a valere sulle ri­sorse di cui all’articolo 1, commi 34 e 34- bis, della legge 23 dicembre 1996, n. 662. Al finanziamento di cui al comma 532 ac­cedono tutte le regioni e le province auto­ nome di Trento e di Bolzano, in deroga alle disposizioni legislative che stabiliscono per le autonomie speciali il concorso regionale e provinciale al finanziamento sanitario cor­rente.

 

 

Manovra 2023, tutte le misure dalla A alla Z nella sintesi dell’Ansa

La legge di bilancio, che ha ottenuto il via libera definitivo del Senato, stanzia circa 35 miliardi, di cui 21 in deficit destinati all’energia.

A – Assegno unico. Si rafforza per i primi figli (fino ad un anno; fino a 3 anni per chi ha almeno 3 figli). Per i nuclei con 4 o più figli la maggiorazione sale a 150 euro. Novità anche per il congedo parentale, che passa dal 30 all’80% per un mese aggiuntivo fino al sesto anno d’età, anche per i papà.

B – Bollette. Per il primo trimestre del 2023 prosegue l’azzeramento degli oneri sistema e viene rafforzato il bonus sociale. Per le imprese i crediti di imposta salgono al 45% per energivore e gasivore e al 35% per gli esercizi commerciali. In chiave anti-inflazione l’Iva scende al 5% sugli assorbenti femminili e sui prodotti per l’infanzia mentre parte il reddito alimentare. Cambiano gli extraprofitti: aliquota al 50% ma solo per le società con almeno il 75% dei ricavi derivanti dall’energia.

C – Contante. Da gennaio il tetto sale a 5mila euro. Soppressa la norma sul Pos, si studiano forme di ristoro agli esercenti.

D – Decontribuzione e cuneo. Per chi assume stabilmente donne svantaggiate, under36 e percettori del reddito di cittadinanza c’è un esonero contributivo totale fino a 8mila euro. Confermato per i redditi fino a 35mila euro il taglio del cuneo fiscale di due punti percentuali, che sale a 3 per redditi fino a 25mila euro.

E – Edilizia e Superbonus. Resta il bonus per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici green con un tetto di 8mila euro. Il Superbonus scende al 90%: per i condomini resta al 110% solo per chi ha presentato la Cila entro il 31 dicembre e con delibera assembleare entro il 18 novembre.

F – Flat tax. Per autonomi e partite Iva La tassa piatta al 15% è sui redditi fino a 85.000 euro. Prevista per gli autonomi anche una flat tax incrementale.

G – Giochi. Sono prorogate fino al 2024 le concessioni su gioco a distanza, bingo e scommesse.

H – Hotel e turismo. I Comuni a forte vocazione turistica possono più facilmente alzare la tassa di soggiorno fino a 10 euro. Risorse per le attività di risalita, per i piccoli Comuni, per il turismo sostenibile e per i cammini religiosi.

I – Intercettazioni. Quelle effettuate dagli 007 saranno a tempo e andranno distrutte entro sei mesi. Viene anticipata al 28 febbraio l’entrata in vigore delle norme sul processo civile della Riforma Cartabia.

L – Lep. Una cabina di regia a palazzo Chigi stabilirà in sei mesi i Lep (livelli essenziali delle prestazioni), primo step dell’autonomia differenziata.

M – Mutui e casa. I mutui a tasso variabile potranno essere rinegoziati passando al fisso, ma solo se fino a 200mila euro, con Isee fino a 35mila euro e senza ritardi nei pagamenti. Arriva la detrazione del 50% dell’Iva sull’acquisto di case di classe A e B e viene prorogato il bonus prima casa per gli under36.

N – Nuova Sabatini. Arrivano 150 milioni per il 2023-26 per gli investimenti delle pmi in macchinari e beni strumentali.

O – Opzione donna. L’anticipo sale a 60 anni (riducibili di un anno per figlio fino ad un massimo di due) e per tre sole categorie di donne svantaggiate.

P – Ponte sullo Stretto. Per far ripartire i lavori viene riattivata la società Stretto di Messina ora in liquidazione.

Q – Quota 103. Nel 2023 si può andare in pensione con 62 anni d’età e 41 anni di contributi. La rivalutazione automatica degli assegni è al 100% per gli assegni fino a 4 volte il minimo e dall’80 all’85% dell’indicizzazione per quelli tra 4 e 5 volte, con una riduzione per gli scaglioni più alti. Solo per il 2023 le pensioni minime salgono a 600 euro per gli over75.

R – Reddito di cittadinanza. Per gli ‘occupabili’ il sussidio nel 2023 resta solo per 7 mensilità e decade dopo il primo rifiuto ad un’offerta anche non ‘congrua’. Per i 18-29enni che non hanno finito la scuola dell’obbligo è subordinato alla frequenza di corsi formativi. La quota dell’assegno destinata all’affitto sarà pagata direttamente ai proprietari.

S – Smart working. Per i lavoratori fragili, sia nel pubblico che nel privato, è prorogato fino al 31 marzo.

T – Tregua fiscale. Sono 12 le sanatorie per favorire la pace tra Fisco e contribuente. Lo stralcio delle cartelle fino a mille euro e fino al 2015 scatta da fine marzo: per le multe vengono annullati solo gli interessi ma i Comuni potranno decidere di non aderire. C’è anche il salva sport: i versamenti sospesi per il Covid potranno essere pagati a rate con mini-sanzione.

U – Università e scuola. Viene incrementato il fondo per le borse di studio universitarie. Per i diciottenni l’App 18 resta solo per il 2023: dal 2024, si sdoppia in due carte in base al reddito e al merito.

V – Voucher. Tornano per le prestazioni di lavoro occasionale (con limite massimo dei compensi che sale a 10mila euro) e possono essere usati nell’agricoltura, ma anche per discoteche e night-club.

Z – Zes e Sud. Per il Mezzogiorno sono prorogate le agevolazioni fiscali per investimenti destinati a strutture produttive e nelle Zone economiche speciali.

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