Schillaci: “Firmata proroga, uso mascherine nelle Rsa fino al prossimo 30 aprile”

Schillaci: “Firmata proroga, uso mascherine nelle Rsa fino al prossimo 30 aprile”

Roma, 30 dicembre – Le notizie che arrivano dalla Cina (dove “si è realizzata una tempesta perfetta”, copyright Orazio Schillaci, ministro della Salute, nella foto) stanno inevitabilmente inducendo le massime autorità sanitarie del Paese a valutare con la massima attenzione la situazione e ad adottare, ove lo si ritenga necessario, misure utili a evitare che anche nel nostro Paese il Sars CoV 2 possa ricominciare a correre.

Il titolare della Salute,  durante l’informativa al Senato sulla situazione Covid in seguito all’emergenza in Cina, ha rappresentato una situazione paradossale: prima di precipitare e far rivivere i drammatici scenari di due anni fa, nel gigante asiatico erano stati segnalati “solo” solo 4 milioni di casi a fine novembre,  poche vaccinazioni, scarso livello di protezione dei vaccini utilizzati, poche dosi di richiamo. “Omicron fino a poco tempo fa ha circolato poco con una bassa immunità ibrida” ha riferito il ministro. “Poi, questo autunno, la tempesta perfetta”. 

 “I primi risultati di laboratorio evidenziano in Cina la circolazione di varianti e sottolignaggi già presenti nel nostro territorio e questa è la notizia più rassicurante”  ha detto ancora Schillaci, che ha però precisato che “le informazioni che arrivano dal Paese asiatico sono insufficienti e poco affidabili”. Si rende così necessario un “costante monitoraggio” nel timore che compaia una nuova variante del virus, “una variante che vada oltre la Omicron”, ma nello stesso tempo è importante “evitare interpretazioni allarmistiche”.

Intanto però, con saggia adesione al principio di cautela, Schillaci ha annunciato di aver già firmato  “la proroga dell’utilizzo delle mascherine nelle strutture sanitarie e nelle Rsa fino al 30 aprile prossimo”. Ed è pienamente in vigore fino al 21 gennaio  l’ordinanza del ministro che impone a  chi entra in Italia dalla Cina di presentare la certificazione di essersi sottoposti, nelle 72 ore antecedenti l’ingresso nel nostro Paese, a un test molecolare, o, nelle 48 ore antecedenti, a un test antigenico. Previsto anche l’obbligo di sottoporsi a un test antigenico al momento dell’arrivo in aeroporto, o se non fosse possibile entro 48 ore. In caso di positività, viene fatto  obbligo di sottoporsi immediatamente al test molecolare per il sequenziamento e l’isolamento fiduciario con test finale.

A condizione che non insorgano sintomi di Covid, si legge nell’ordinanza, le disposizioni non si applicano “ai minori di sei anni, ai membri dell’equipaggio e al personale viaggiante dei mezzi di trasporto di persone e merci, ai funzionari e agli agenti, comunque denominati, dell’Unione europea o di organizzazioni internazionali, agli agenti diplomatici, al personale amministrativo e tecnico delle missioni diplomatiche, ai funzionari e agli impiegati consolari, al personale militare, compreso quello in rientro dalle missioni internazionali, e delle forze di polizia, al personale del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e dei vigili del fuoco nell’esercizio delle loro funzioni”.

 L’Agenzia Ue per le malattie (Ecdc) però storce il naso: misure restrittive come quella italiana e più in generale frena affermando lo screening dei viaggiatori provenienti dalla Cina non sarebbero giustificate.

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