Roma, 10 gennaio – Le carenze di farmaci che creano difficoltà all’accesso alle cure nel nostro Paese, peraltro non il solo a registrare e soffrire il problema? Sono il risultato di una “tempesta perfetta” iniziata già nella scorsa primavera e denunciata fin da allora dalla Fofi, la federazione professionale dei farmacisti, prima tra tutti a segnalare l’indisponibilità di alcuni farmaci antinfiammatori.
La metafora meteorologica è del presidente della Fofi, Andrea Mandelli (nella foto), che – intervenendo ieri a Radio Capital – ha messo in fila la concatenazione di cause e situazioni che, intrecciandosi, hanno generato il problema: la guerra in Ucraina ancora in corso, i conseguenti problemi produttivi legati alla crisi energetica, la scarsità di materiali necessari per il packaging, come vetro e alluminio, il picco della stagione influenzale, l’onda lunga del Covid che sta interessando anche i Paesi asiatici produttori di principi attivi come la Cina e l’India. Questo il variegato, micidiale complesso di ragioni che hanno alterato la fisiologia del mercato dei medicinali e che ancora adesso ostacolano il ritorno alla normalità.
“Mi preme, tuttavia, sottolineare che i cittadini non vengono mai lasciati soli: i farmacisti restano un punto di riferimento insostituibile per informare e orientare i pazienti, anche suggerendo l’utilizzo di farmaci equivalenti e alternative della stessa classe terapeutica e, laddove possibile, allestendo i medicinali nei laboratori galenici di cui molte farmacie sono dotate” ha comunque voluto sottolineare il presidente della Fofi, ricordando anche che attualmente, secondo l’ultimo monitoraggio dell’Aifa, sono circa 3.200 i medicinali che scarseggiano nelle farmacie di tutta Italia, tra cui antinfiammatori, antipiretici, alcuni tipi di antibiotici, cortisonici per l’aerosol, prodotti per la tosse, ma anche farmaci antipertensivi e antiepilettici.
“Si tratta di una questione complessa che riguarda da vicino la salute delle persone e per questo va affrontata al più presto e secondo una visione di sistema” ha concluso Mandelli “tenendo conto dell’attuale contesto economico ed energetico che incide sui costi di produzione e distribuzione dei farmaci, beni per i quali non sono possibili fluttuazioni del prezzo che è deciso dallo Stato”.