
Novartis, ancora guai con l’antitrust, questa volta USA: sanzione di 245 mln di dollari
Roma, 10 gennaio – La multinazionale svizzera Novartis dovrà sborsare 245 milioni di dollari per violazione delle leggi antitrust degli Stati Uniti. Il colosso farmaceutico è accusato di aver cercato di ritardare la vendita sul mercato statunitense di prodotti generici del suo farmaco contro l’ipertensione, Exforge. L’accordo raggiunto deve ancora essere suggellato da un giudice federale di New York, secondo quanto ha riferito due giorni fa la stessa Novartis.
Nella sua presa di posizione, Novartis nega le accuse e precisa che i tre gruppi che hanno inoltrato denuncia sono acquirenti diretti, indiretti e rivenditori. L’accordo permetterebbe a Novartis di risolvere tutte le richieste in sospeso legate a questa vicenda. L’azione collettiva prende spunto da un accordo di licenza del 2011 siglato tra Novartis e Par Pharmaceutical, società controllata da Endo. Novartis e Par sono state accusate di aver ritardato il lancio, a un costo più basso, di versioni generiche del farmaco. Secondo i querelanti, Par avrebbe promesso di non lanciare una versione generica di Exforge per almeno due anni dopo la scadenza di uno dei brevetti di Novartis. In cambio, Novartis non avrebbe immesso sul mercato il generico di Exforge per un periodo di 180 giorni dopo l’ingresso sul mercato del farmaco equivalente di Par.
Exforge è un farmaco indicato come antipertensivo e nel ridurre il rischio di ictus. Secondo i documenti esibiti dal tribunale, le vendite del farmaco negli Stati Uniti fruttavano a Novartis oltre 400 milioni di dollari l’anno prima dell’arrivo sul mercato di medicinali simili.
Novartis non è nuova a controversie con le autorità antitrust. In Italia, tutti ricorderanno la pesante multa di 180 milioni (divisa con Roche) comminata dalla nostra Agcm nel 2014 per aver costituto un accordo restrittivo della concorrenza con lo scopo di favorire le vendite del più costoso Lucentis a discapito del più economico Avastin, per la cura di malattie della retina.La pesantissima sanzione, dopo un lunghissimo contenzioso venne definitivamente confermata dal Consiglio di Stato nel 2019.
