
Violenze a danno di sanitari, Schillaci si impegna a garantire più sicurezza
Roma, 12 gennaio – “Episodi di aggressione fisica e verbale a medici e infermieri, come quelli che si ripetono con sconcertante frequenza, non sono più ammissibili. Al personale sanitario va tutta la mia solidarietà e vicinanza; il ministero della Salute metterà in atto tutte le iniziative necessarie a tutelare la loro incolumità”.
Questa la dichiarazione del ministro della Salute Orazio Schillaci (nella foto) dopo gli ennesimi casi di aggressione a danno di professionisti della salute nell’esercizio delle loro funzioni, registrati dalle cronache in questi ultimi giorni. “Da subito ho chiesto di efficientare le attività di monitoraggio e prevenzione in capo all’Osservatorio nazionale, previsto dalla legge 113/2020 per la sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie” ha aggiunto il titolare del dicastero “così come intendo rendere nuovamente operativo il Comitato nazionale per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive, fermo dal luglio scorso, previsto dal Testo unico sulla sicurezza sul lavoro, il cui coordinamento è affidato al ministro della Salute. Il Piano nazionale della Prevenzione, inoltre, prevede una specifica azione centrale proprio in tema di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, con l’obiettivo di promuovere e ampliare le tutele in maniera integrata, approccio che rappresenta un punto chiave all’interno dei progetti finanziati nell’ambito del Piano nazionale complementare al Pnrr”.
Al netto degli impegni assunti dal ministro, resta il fatto che, statistiche alla mano, il comparto sanitario è tra i settori più soggetti al fenomeno delle aggressioni e tra infermieri e medici le donne sono le più colpite. Una situazione della quale il ministro dimostra di avere piena consapevolezza e che afferma di voler affrontare con urgenza e determinazione: “La salvaguardia di chi lavora in sanità è essenziale per garantire sicurezza delle cure e qualità ai pazienti” afferma Schillaci. “Con questo obiettivo siamo impegnati affinché tutti gli strumenti a disposizione siano utilizzati in modo efficace per permettere a tutti gli operatori e professionisti sanitari di svolgere il proprio lavoro nelle condizioni di massima tutela”.
Sui casi di violenza a danni dei professionisti sanitarie, con particolare riferimento a quelli verificatisi all’Ospedale Sant’Andrea di Roma, dove un medico è stato brutalmente aggredito, alcuni infermieri insultati e alcune strumentazioni mediche sono andate distrutte a causa delle inconsulte reazioni dei familiari di un paziente deceduto, è intervenuta anche la Fofi, con una nota di solidarietà per vittime del riprovevole gesto di violenza.
“Le tristi vicende di questi giorn sono l’ennesimo caso di violenza perpetrata ai danni del personale sanitario impegnato in prima linea per assistere i pazienti e i loro familiari” afferma in una nota il presidente della federazione Andrea Mandelli. “Un fenomeno che riguarda da vicino anche la categoria dei farmacisti, esposti ad atti di violenza fisica e verbale mentre esercitano la loro professione al servizio dei cittadini. Senza considerare i frequenti episodi di furti e rapine compiuti da malviventi ai danni delle farmacie territoriali”.
“Gesti violenti come quello accaduto all’Ospedale Sant’Andrea e ogni forma di aggressione o minaccia rivolta agli esercenti le professioni sanitarie sono assolutamente da condannare, anche se nascondono un disagio sociale che non può lasciarci indifferenti” conclude Mandelli. “Chi si prende cura della salute dei cittadini deve essere tutelato e messo nelle condizioni di affrontare il proprio lavoro in totale sicurezza”.
