Cattani: ‘Autonomia differenziata? Un rischio, no a payback e tagli, rivedere l’accesso ai nuovi farmaci’

Cattani: ‘Autonomia differenziata? Un rischio, no a payback e tagli, rivedere l’accesso ai nuovi farmaci’

Roma, 27 gennaio – I numeri si chiudono con il segno più, ma molte cose ancora non vanno, dal payback (che va superato) alle politiche di taglio su prezzi dei farmaci, passando per la riduzione del tempo di accesso a nuovi farmaci. In più, per sovrammercato, si profilano nuovi rischi che rischiano di essere esiziali, come l’autonomia differenziata: tutti ostacoli e pericoli che bisogna rimuovere o scongiurare, e a preoccuparsi di farlo deve essere la politica, con decisioni adeguate.

Questo, in sintesi, il messaggio di Marcello Cattani, presidente di Farmindustria (nella foto) in occasione di un incontro con i giornalisti nel corso del quale ha illustrato i risultati della  farmaceutica  nel 2022. “Un anno chiuso in modo molto positivo” ha detto il leader della sigla delle aziende “con una crescita di circa il 10% rispetto al 2021. Supereremo i 38 miliardi di valore della produzione, con un grande traino dell’export, cresciuto del 44% secondo i primi dati”.

Altra cifra molto positiva è l’aumento dell’occupazione, che tra il 2015 e il 2021 ha registrato un aumento del 9%. Dato già di per sé molto significativo e lo diventa ancora di più se si considera che molti tra i nuovi assunti sono under 35 laureati nelle materie Stem (ovvero Science, Technology, Engineering, Mathematics): si tratta di ingegneri elettronici, ingegneri di processo biotecnologi, farmaco-economisti, data science manager, scrum master, esperti – ha spiegato Cattani – “sempre più difficili da reperire sul mercato”.

Ma, come detto, restano  le preoccupazioni, che vanno dalla storica carenza di investimenti in ricerca alle incertezze generate dai mutamenti nella legislazione europea e quella nazionale, e soprattutto quello che, fin dalla sua nascita nel 2007, le aziende hanno individuato come il nemico da eliminare ad ogni costo, il payback, il meccanismo introdotto per finanziamento la spesa farmaceutica delle Regioni e al contempo contenere i costi e ridurre il consumo dei farmaci e vissuto dalle aziende come una iattura, un iniquo aggravio che grava sulle loro tasche.
“Il payback è uno strumento superato”  ha detto  Cattani “una tassa che pesa sui nostri conti per 1,3 miliardi e che è diventata di fatto in questi anni uno strumento di finanziamento delle Regioni, che incide sul 13,5% delle vendite. Anche su questo abbiamo avviato un dialogo con il governo. C’è sensibilità ma la coperta è corta. Il contesto nel quale si trova a operare il governo non è florido”.
Al Governo il presidente di Farmindustria chiede anche di snellire “i tempi di accesso ai nuovi farmaci”, al fine di migliorare l’accesso alle cure più innovative dei cittadini. “Abbiamo bisogno di riforme, dunque via il payback e via le logiche di taglio dei prezzi per i farmaci e più logiche di valorizzazione del settore a livello centrale e regionale: questi sono i nodi da sciogliere per dare più salute ai cittadini e più sviluppo economico industriale al Paese” ha aggiunto Cattani, che si è detto preoccupato anche dal progetto di riforma sull’autonomia differenziata delle Regioni. Il timore è quello di ritrovarsi con 20 impianti normativi differenti e una gestione della spesa farmaceutica a macchia di leopardo che metterebbe a repentaglio “l’equità tra i cittadini”.

Un altro spauracchio è la normativa europea sul packaging waste, la direttiva 94/62/UE con le disposizioni comunitarie sulla gestione degli imballaggi e dei rifiuti d’imballaggio. Cattani la bolla come “una legge assurda nella sostanza, che forse rivela un certo sentimento antindustriale, e che vorrebbe passare dal riciclo al riuso del packaging che non tiene conto dei costi abnormi che questo cambio di rotta chiederebbe. I nostri associati stanno facendo investimenti sui macchinari e deve essere chiaro quali sono necessari”. La richiesta di Farmindustria è quella di lasciare le cose così come sono ora. “Chiediamo di mantenere la legislazione attuale, tra l’altro l’Italia è uno dei Paesi leader nel riciclo. Ma su questi temi sono arrivate risposte forti da parte dell’Italia, di Confindustria e del governo. Ora attendiamo il nuovo pacchetto di misure, previste per marzo, con più ottimismo”.

Da ultimo, ma non ultima, la questione dei prezzi dei farmaci, che nel nostro Paese sono tra i più bassi d’Europa. Questo può essere un problema perché “i bassi costi creano il rischio di un export parallelo dei farmaci che potrebbe portare ad una effettiva carenza a livello nazionale”. A scanso di equivoci,  Cattani sottolinea che a oggi non esistono evidenze dell’esistenza di un mercato parallelo, ma questo non impedisce di essere preoccupati per un futuro che, al riguardo, si presenta incerto.

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