
Gimbe: “Covid, ulteriore calo di tutti gli indicatori, scendono anche le quarte dosi”
Roma, 31 gennaio – Ancora in calo nella settimana dal 20 al 26 gennaio i nuovi casi di Covid. A registrarlo è il consueto monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, rileva rispetto alla 38.159 nuovi casi contro i 51.888 della settimana precedente, con uno scarto percentuale rilevante ( -26,5%). In diminuzione anche i decessi (345 vs 495, – 30,3%)), il numero degli attualmente positivi (251.970 vs 300.050, pari a – 16%)), le persone in isolamento domiciliare (247.684 vs 294.820, meno 16%)), i ricoveri con sintomi (4.081 vs 5.003, – 18,4%) e le terapie intensive (205 vs 227, -9,7%)).
“I nuovi casi settimanali si confermano in ulteriore calo” conferma il presidente della fondazione Nino Cartabellotta (nella foto). “Dai quasi 52mila della settimana precedente scendono a quota 38mila, con una media mobile a 7 giorni sopra i 5 mila casi al giorno”.
I nuovi casi diminuiscono in tutte le Regioni ad eccezione dell’Abruzzo (+4,4%), con un andamento caratterizzato da una forte variabilità: si passa dal meno -9,4% della Provincia autonoma di Bolzano al -46,9% del Molise. In sette province si registra un aumento (anch’esso molto variabile) dei nuovi casi: dal +1,4% di Piacenza al +71,4% di Chieti, mentre nelle restanti 100 province si rileva una diminuzione dei nuovi casi (dal -2,8% di Lodi al -63,6% di Campobasso). In nessuna provincia l’incidenza supera i 500 casi per 100.000 abitanti.
In calo anche il numero dei tamponi totali (-11,4%): da 687.233 della settimana 13-19 gennaio 2023 a 608.732 della settimana 20-26 gennaio 2023. In particolare i tamponi rapidi sono diminuiti del 13,3% (-72.079), mentre quelli molecolari del 4,4% (-6.422). La media mobile a sette giorni del tasso di positività si riduce dal 6,3% al 5,9% per i tamponi molecolari e dal 7,9% al 6,4% per gli antigenici rapidi.
“Sul fronte degli ospedali continua a scendere il numero dei ricoveri sia in area medica (-18,4%) che in terapia intensiva (-9,7%)” spiega Marco Mosti, direttore operativo di Gimbe. In termini assoluti, i posti letto Covid occupati in area critica, raggiunto il massimo di 347 il 12 dicembre, sono scesi a 205 il 26 gennaio; in area medica, raggiunto il massimo di 9.764 il 12 dicembre, sono scesi a quota 4.081 il 26 gennaio.
Al 26 gennaio il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 6,4% in area medica (dal 2,6% del Piemonte al 19,8% dell’Umbria) e del 2,1% in area critica (dallo 0% di Basilicata e Provincia Autonoma di Bolzano al 5,9% della Valle D’Aosta). “In calo il numero di ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Mosti – con una media mobile a 7 giorni di 18 ingressi/die rispetto ai 22 della settimana precedente”.
Sul fronte delle vaccinazioni, anche nella settimana 20-26 gennaio calano i nuovi vaccinati: 679 rispetto ai 776 della settimana precedente (-12,5%). Di questi il 17,8% è rappresentato dalla fascia 5-11 anni: 121, con una riduzione del 32,8% rispetto alla settimana precedente. Cala tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati che si attesta a quota 196 (-33,8% rispetto alla settimana precedente).
Resta molto consistente (più del 10% della popolazione) la platea delle persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino: al 27 gennaio risultavano ben 6,78 milioni le persone di età superiore a 5 anni. Di questi, 6,31 milioni sono attualmente vaccinabili, pari al 10,9% della platea (dal 7,7% della Provincia autonoma di Trento al 14,3% della Valle d’Aosta) e 470mila risultano temporaneamente protette in quanto guarite da Covid-19 da meno di 180 giorni (corrispondono allo 0,8% della platea, dallo 0,5% della Puglia all’1,7% del Friuli Venezia-Giulia).
Al 27 gennaio sono state somministrate 40.453.874 terze dosi con una media mobile a sette giorni di 889 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 1.202 della settimana precedente (-26,0%).
In base alla platea ufficiale (n. 47.703.593), aggiornata al 20 maggio, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’84,8%: dal 78,7% della Sicilia all’88,7% della Lombardia. Sono 7,25 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster di cui 5,8 milioni possono riceverla subito, pari al 12,2% della platea (dal 7,8% del Piemonte al 20,4% della Sicilia) e 1,45 milioni non possono riceverla nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni, pari al 3% della platea (dall’1% della Sicilia al 5,7% del Veneto).
La platea per il secondo richiamo (quarta dose), aggiornata al 17 settembre 2022, è di 19,1 milioni di persone: di queste, 11,9 milioni possono riceverlo subito, 1,4 non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e 5,9 milioni l’hanno già ricevuto. Al 27 gennaio sono state somministrate 5.870.708 quarte dosi, con una media mobile di 7.201 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 10.372 della scorsa settimana (-30,6%).
In base alla platea ufficiale (n. 19.119.772 di cui 13.060.462 over 60, 3.990.080 fragili e immuno-compromessi, 1.748.256 di personale sanitario e 320.974 di ospiti delle Rsa che non ricadono nelle categorie precedenti), il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 30,7% con nette differenze regionali: dal 13,8% della Calabria al 44% del Piemonte.
La platea per il terzo richiamo (quinta dose), aggiornata al 20 gennaio 2023, è di 3,1 milioni di persone: di queste, 2,5 milioni possono riceverlo subito, 0,2 non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 180 giorni e 0,4 milioni l’hanno già ricevuto. Al 27 gennaio sono state somministrate 426.293 quinte dosi, con una media mobile di 2.745 somministrazioni al giorno, in calo rispetto alle 3.277 della scorsa settimana (-16,2%).
In base alla platea ufficiale (n. 3.146.516 di cui 2.298.047 over 60, 731.224 fragili e immuno-compromessi, 117.245 di ospiti delle Rsa che non ricadono nelle categorie precedenti), il tasso di copertura nazionale per le quinte dosi è del 13,5% con nette differenze regionali: dal 4,5% della Campania al 25,8% del Piemonte.
