Cavaleri (Ema): “Il probabile scenario futuro nella gestione di Covid? I vaccini annuali”

Cavaleri (Ema): “Il probabile scenario futuro nella gestione di Covid? I vaccini annuali”

Roma, 3 febbraio – Lo scenario più plausibile per la pandemia da Covid? Un vaccino annuale per proteggersi dal  virus, secondo un regime simile a quello utilizzato per l’influenza. Anche gli esperti dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, indicano nella “convivenza” con il virus il futuro di un’emergenza che, nei due anni passati, ha messo in ginocchio il mondo, e questo pur ricordando che   Sars-CoV-2 mantiene la sua pericolosità, in ragione di una certa “imprevedibilità” che ancora permane. Di certo, pero, il virus rimarrà e dunque la sola cosa da fare “è gestirlo meglio, cominciando a pensarci da subito, per farsi trovare pronti”.

A spiegare all’agenzia Adnkronos Salute come si sta muovendo l’Ema su questo piano è Marco Cavaleri, responsabile della strategia per le minacce sanitarie e i vaccini dell’ente regolatorio Ue (nella foto), dopo la notizia rilanciata una settimana fa dai media Usa relativa a un documento della Fda che mostra come anche l’agenzia americana stia valutando e pianificando un possibile schema annuale per le vaccinazioni Covid sul modello influenza.

“Noi ne avevamo già parlato l’anno scorso e concordiamo che ragionare in termini di rivaccinazione annuale con possibile vaccino aggiornato, rimane lo scenario più plausibile, nonostante le incertezze relative a un virus ancora poco prevedibile” afferma Cavaleri. L’Agenzia europea del farmaco effettivamente già a luglio 2022, parlando dei futuri vaccini Covid e delle modalità di approvazione, accennava al fatto che “potremmo essere in grado di spostarci verso un quadro simile a quello” attualmente usato “per i vaccini antinfluenzali, che non richiede la presentazione di dati clinici prima dell’approvazione del vaccino aggiornato annualmente”. E aveva ribadito ancora a dicembre scorso, proprio per voce di Cavaleri, che probabilmente finiremo a dover “aggiornare regolarmente i vaccini anti-Covid per offrire la rivaccinazione ai gruppi vulnerabili, come facciamo con il vaccino antinfluenzale” ogni anno.

Più cauta, al riguardo,  l’Organizzazione mondiale della sanità:  il segretario esecutivo del gruppo consultivo strategico Sage, Joachim Hombach (nella foto a destra), nei giorni scorsi ha evidenziato che sarebbe prematuro dare ora una risposta definitiva su quanto spesso dovremo ripetere la vaccinazione, perché il virus sembra ancora instabile e non è diventato del tutto stagionale, ma allo stesso tempo ha ammesso che una vaccinazione annuale è ipotizzabile.

Anche all’Ema la riflessione è in corso. “Entro fine marzo il quadro sarà più chiaro” dice Cavaleri, spiegando che l’attività decisionale e di pianificazione “riguarderà soprattutto l’eventuale aggiornamento dei vaccini”.

“Valuteremo con Fda come gestire questi aggiornamenti, con la speranza di poter poi avere un accordo globale con criteri e tempistiche uniformi nei due emisferi” precisa Cavaleri, con un chiaro riferimento al fatto che una pandemia globale richiede risposte globali. “Saranno ancora soluzioni provvisorie che potrebbero necessitare di aggiustamenti in corso d’opera, ma è bene porre le basi fin da ora”.

Una linea, quella di muoversi per tempo, che mette d’accordo tutti, anche l’Oms, come ha spiegato ancora Hombach, evidenziando sempre nei giorni scorsi l’importanza che queste discussioni abbiano luogo e che si inizi a delineare quella che potrebbe essere una via da seguire. L’Oms stessa affronta rivalutazioni continue su Covid come quella che ha portato a inizio settimana alla riconferma dello status di emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale (Pheic). E che potrebbe portare invece fra qualche mese a un eventuale ‘declassamento’.

Il direttore generale dell’agenzia Onu per la salute, Tedros Adhanom Ghebreyesus, si è detto ottimista al riguardo, nel suo discorso pronunciato lunedì alla 152esima sessione del Consiglio esecutivo dell’Oms: “Rimaniamo fiduciosi del fatto che nell’anno che viene“, il 2023, “il mondo passerà a una fase nuova”. E “la vaccinazione rimarrà una parte essenziale del nostro approccio”. Proprio per questo, ha concluso, “stiamo ora lavorando per determinare il meccanismo più efficace per consigliare Stati membri e produttori sulla composizione dei vaccini e la frequenza delle vaccinazioni”. E tutto questo, conclude Cavaleri, “è indipendente dalla dichiarazione di fine pandemia. Il virus – ripete l’esperto con un messaggio che sembra indirizzato soprattutto a chi alimenta con eccessivo e non fondato ottimismo la “sparizione” di Sars CoV 2 “rimarrà e va gestito al meglio”.

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