Ministero, riproposto sul sito il nuovo Piano di contrasto all’antibiotico-resistenza

Ministero, riproposto sul sito il nuovo Piano di contrasto all’antibiotico-resistenza

Roma, 3 febbraio – In una nota pubblicata ieri sul suo sito istituzionale, il ministero della Salute ha ritenuto opportuno riportare l’attenzione sull’approvazione in Conferenza Stato-Regioni, nella seduta del 30 novembre 2022, del Piano nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza (Pncar) 2022-2025.

Il documento fa seguito al precedente Pncar 2017-2020, che era stato prorogato fino al dicembre 2021, e nasce con l’obiettivo di fornire al Paese le linee strategiche e le indicazioni operative per affrontare l’emergenza dell’antibiotico-resistenza nei prossimi anni, seguendo un approccio multidisciplinare e una visione One Health, promuovendo un costante confronto in ambito internazionale e facendo al contempo tesoro dei successi e delle criticità del precedente piano nazionale.

La resistenza agli antimicrobici (Amr, nell’acronimo usato a livello internazionale), di cui l’antibiotico-resistenza rappresenta certamente il fattore di maggiore rilevanza, è un fenomeno che avviene naturalmente nei microrganismi, come forma di adattamento all’ambiente, ed è dovuto alla capacità di questi ultimi di mutare e acquisire la capacità di resistere a molecole potenzialmente in grado di ucciderli o arrestarne la crescita. A causa dell’enorme pressione selettiva esercitata da un uso eccessivo e spesso improprio degli antibiotici in ambito umano, veterinario e zootecnico, nel tempo questo fenomeno ha assunto i caratteri di una delle principali emergenze sanitarie globali.

L’Ecdc ha stimato che il numero di infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici nell’Unione europea e nllo Spazio economico europeo è stato pari a 685.433 casi nel 2016, 865.767 nel 2019 e 801.517 nel 2020. Queste infezioni hanno determinato un numero annuo stimato di decessi attribuibili, che è aumentato da 30.730 nel 2016 a 38.710 nel 2019, con una lieve diminuzione nel 2020 (35.813 decessi).

Ma l’impatto dell’antibiotico-resistenza, ricorda la nota del dicastero,  non si limita alla sola mortalità, includendo anche ricoveri prolungati, ritardi nella somministrazione di terapie o nell’effettuazione di interventi, un aumento delle infezioni post-chirurgiche e/o post-chemioterapia, a causa dell’inefficacia dei protocolli di profilassi comunemente impiegati.

Inoltre nel settore veterinario, l’antibiotico-resistenza, oltre a comportare un aumento del potenziale rischio sanitario per i professionisti e proprietari degli animali, può essere responsabile della riduzione sia dell’efficienza degli allevamenti sia delle produzioni.

Per preservare il valore degli antibiotici e tutelare la salute delle persone, degli animali e dell’ambiente, è fondamentale che, non solo gli operatori sanitari e le istituzioni, ma anche i cittadini prendano piena coscienza della portata di questo fenomeno: solo collaborando si può sperare di porre un freno allo sviluppo e alla diffusione della resistenza agli antibiotici.

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