Autonomia colpo di grazia per il Ssn, Gimbe a governo: “Togliete la sanità dalla riforma”

Autonomia colpo di grazia per il Ssn, Gimbe a governo: “Togliete la sanità dalla riforma”

Roma, 3 febbraio – Il regionalismo differenziato, approdato in Consiglio dei ministri con il ddl Calderoli, rappresenta un “colpo di grazia al Servizio sanitario nazionale e la legittimazione normativa delle diseguaglianze nella tutela della salute”. Ad affermarlo, in un suo report dedicato del quale riferisce in sintesi un lancio dell’Ansa, è la Fondazione Gimbe, che chiede espressamente al governo di “espungere la sanità dalle richieste di autonomia differenziata”.

“L’attuazione delle maggiori autonomie nella materia tutela della salute aumenterà le diseguaglianze regionali”  afferma il presidente della Fondazione Nino Cartabellotta (nella foto) “violando il principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini nel diritto alla tutela della salute”. Inoltre, “alcune forme di autonomia rischiano di sovvertire gli strumenti di governance del Ssn aumentando le diseguaglianze nell’offerta dei servizi: sistema tariffario, di rimborso, sistema di governance delle aziende e degli enti del Servizio Sanitario Regionale, determinazione del numero di borse di studio per specialisti e medici di famiglia”.

Altre istanze, secondo Cartabellotta, “risultano francamente ‘eversive’. Una maggiore autonomia in materia di istituzione e gestione di fondi sanitari integrativi darebbe il via a sistemi assicurativo-mutualistici regionali sganciati dalla, seppur frammentata, normativa nazionale”. Inoltre, la richiesta del Veneto di “contrattazione integrativa regionale per i dipendenti del Ssn, oltre all’autonomia in materia di gestione del personale e di regolamentazione dell’attività libero-professionale, rischia di concretizzare una concorrenza tra Regioni con migrazione di personale dal Sud al Nord, ponendo una pietra tombale sulla contrattazione collettiva nazionale e sul ruolo dei sindacati”. 

La richiesta di maggiori autonomie, prosegue  Cartabellotta, “viene proprio dalle Regioni che fanno registrare le migliori performance nazionali in sanità”. Dalla fotografia sugli adempimenti al mantenimento dei Livelli essenziali di assistenza relative al decennio 2010-2019 emerge infatti che le tre Regioni che hanno richiesto maggiori autonomie si collocano nei primi 5 posti della classifica:si tratta di Emilia Romagna (1a ), Veneto (3a ) e Lombardia (5a ), mentre nelle prime 10 posizioni non c’è nessuna Regione del Sud e solo 2 del Centro (Umbria e Marche).

Inoltre, l’analisi della mobilità sanitaria, sottolinea ancora il report di  Gimbe, “conferma la forte capacità attrattiva delle Regioni del Nord, cui corrisponde quella estremamente limitata delle Regioni del Centro-Sud, visto che nel decennio 2010-2019, tredici Regioni, quasi tutte del Centro Sud, hanno accumulato un saldo negativo pari a 14 miliardi di euro. E tra i primi quattro posti per saldo positivo si trovano sempre le tre Regioni che hanno richiesto le maggiori autonomie”.

“Tenendo conto della grave crisi di sostenibilità del Ssn e delle imponenti diseguaglianze regionali” è la conclusione di Cartabellotta ”

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