
Gli oncologi: “Con autonomia differenziata più gap in sanità e malati penalizzati”
Roma, 7 febbraio – L’autonomia differenziata non piace nemmeno ai medici oncologi, perché “n0n sarà una strada che porterà a ridurre le diseguaglianze in sanità”, in particolare per quanto riguarda l’oncologia, “ma al contrario porterà ad aumentarle tra le regioni del Nord e quelle del Sud. In questo senso è un provvedimento che non mi piace e rischia di penalizzare i pazienti, perché inevitabilmente le diseguaglianze danneggiano i pazienti su molti fronti”.
Ad affermarlo è Francesco Perrone (nella foto), presidente eletto dell’Aiom, l’Associazione italiana di oncologia medica, a margine del convegno Close the Care Gap, organizzato dall’associazione a Roma sullo stesso tema della Giornata mondiale contro il cancro 2023 nell’immediata vigilia della sua celebrazione.
Le disuguaglianze penalizzano i pazienti “sul piano economico, sociale, ma anche sulla prognosi” sottolinea Perrone. “Sappiamo che rendere complicati i percorsi terapeutici significa, purtroppo, anche peggiorare i risultati dei trattamenti. Per questo dovremmo lavorare, a mio avviso, per migliorare gli standard di assistenza ovunque. E l’autonomia differenziata non sembra andare in questa direzione”.
La sanità regionale, ha aggiunge Saverio Cinieri, presidente Aiom, “già esiste: siamo un Paese in cui ci sono 21 sistemi sanitari regionali e in questo senso non credo cambierà molto. Il problema sono le disparità che esistono già in questo Paese, che sono legate al livello socioeconomico e culturale e che non vanno fatte crescere. Serve ridurle. Su questo bisogna lavorare – evidenzia – per far partire bene, al più presto, in tutte le parti d’Italia, soprattutto al Sud, gli screening oncologici”.
