
Milleproroghe, l’ok del Senato. Tra le misure, proroga di 2 anni della ricetta elettronica
Roma, 17 febbraio – Il Senato ha approvato ieri in prima lettura il cosiddetto decreto Milleproroghe, il cui testo passa ora all’esame di Montecitorio, dove il governo – secondo quanto emerso dalla conferenza dei capigruppo – porrà con ogni probabilità la questione di fiducia sul voto, visto l’approssimarsi della scadenza (27 febbraio).
Numerose sono le modifiche apportate al provvedimento durante i lavori nelle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio anche in materia di sanità. Tra le più rilevanti, un finanziamento da 50 milioni per il piano oncologico nazionale, la proroga fino al 31 dicembre 2024 dell’uso della ricetta elettronica e una nuova proroga fino al 30 giugno 2023 per i componenti delle Cts e Cpr Aifa, in attesa che venga completata ed entri a regime la riforma dell’agenzia. Ancora, è previsto il rinnovo fino al 31 dicembre 2023 dei contratti degli specializzandi e introdotte modifiche sull’obbligo formativo dei professionisti sanitari: per mettersi in regola con l’obbligo formativo del triennio 2020-2022 ci sarà tempo fino al 31 dicembre 2023 e si prevede per tutti i professionisti sanitari l’inizio regolare del nuovo triennio (2023-2025), con decorrenza ordinaria dal 1° gennaio 2023. In aggiunta, si prevede una “proroga” anche per il recupero dei crediti formativi dei trienni precedenti (2014-16 e 2017-19). La certificazione dell’assolvimento dell’obbligo Ecm per questi periodi potrà essere conseguita attraverso crediti compensativi definiti secondo provvedimento della Commissione nazionale della formazione continua. Questo recupero sarà permesso a tutti i professionisti che non abbiano raggiunto i crediti formativi necessari per quei due trienni entro i termini previsti e già trascorsi.
Il decreto interviene anche su una della criticità più avvertite, quella della carenza di personale medico, prorogando al 31 dicembre dell’anno in corso la possibilità per i laureati in medicina e chirurgia abilitati di assumere incarichi provvisori o di sostituzione di medici di medicina generale, nonché la possibilità per i medici iscritti al corso di specializzazione in pediatria, durante il percorso formativo, di assumere incarichi provvisori o di sostituzione di pediatri di libera scelta convenzionati con il servizio sanitario nazionale.
Sempre nella direzione di fronteggiare i drammatici buchi di organico, fare fronte alle esigenze del Ssn e garantire i Lea, il decreto prevede che in assenza di offerta di personale medico convenzionato collocabile, le aziende del Ssn fino al 31 dicembre 2026 possono trattenere in servizio, a richiesta degli interessati, il personale medico in regime convenzionato col Ssn di cui al Dlgs 502/92, in deroga ai limiti previsti dalle disposizioni vigenti per il collocamento in quiescenza, fino al compimento del settantaduesimo anno di età.
Merita una segnalazione anche il via libera per gli infermieri all’esercizio della libera professione intramoenia (proprio come i medici). misura che consentirà loro di svolgere incarichi in regime libero-professionale al di fuori del rapporto di esclusiva con il Ssn, sia pure con il limite di otto ore settimanali e solo fino al 31 dicembre di quest’anno.
