Giornata degli operatori sanitari, Mandelli: “Farmacisti stella polare per i cittadini”

Giornata degli operatori sanitari, Mandelli: “Farmacisti stella polare per i cittadini”

Roma, 21 febbraio – Nel buio della pandemia da Covid, i circa 101.000 farmacisti italiani  “sono stati una stella polare per i cittadini”, prima con i tamponi e i green pass, poi con i 4 milioni di vaccini anti-Covid somministrati nelle farmacie, grazie agli oltre 50.000 farmacisti che hanno aderito ai corsi per abilitarsi. Quindi, con oltre le 78.000 terapie antivirali che sono state ritirate nella farmacia sotto casa, pari al 70% dei trattamenti avviati.

A ricordare il ruolo delle farmacie e dei farmacisti durante l’emergenza pandemica è stato il presidente della Federazione degli Ordini Andrea Mandelli (nella foto), che ha voluto indirizzare un  “grazie particolare ai 33 colleghi che hanno pagato con la vita” nel corso della cerimonia per la Giornata nazionale degli Operatori sanitari, celebrata ieri 20 febbraio a Roma nella sede della Pontificia Università San Tommaso D’Aquino, nel giorno in cui a Codogno venne scoperto il “paziente uno” e nel nostro Paese iniziava l’incubo Covid. Alla ricorrenza ha preso parte l’intero Comitato centrale della Fofi, quasi a testimoniare in presenza il ruolo fondamentale recitato dai farmacisti fin dai primi drammatici momenti dell’emergenza pandemica.

Mandelli, nel suo intervento, è però voluto andare oltre il momento celebrativo, interpretando la ricorrenza come un’occasione per  guardare al futuro del sistema sanitarioe capire cosa fare per rimettere in moto il Ssn: tra le indicazioni deò presidente Fofi, il potenziamento degli ospedali e la riforma  dell’assistenza territoriale “nella quale i farmacisti sono stati protagonisti come lo sono stati in ospedale. Si tratta di fare una sintesi di questi tre anni con una proposta che tenga conto delle difficoltà economiche che in questo momento impediscono a tanti italiani di curarsi. Quindi piena disponibilità col ministro Schillaci per studiare come potenziare gli ospedali il territorio. Ma permettetemi davvero un grazie a tutte le farmaciste e i farmacisti e gli operatori sanitari che in questi tre anni hanno dimenticato loro stessi e le loro famiglie per essere da parte di chi ha bisogno e degli ammalati”.

La giornata, istituita con la legge 13 novembre 2020, nasce da un’idea del regista Ferzan Ozpetek e dell’autore di testi di canzoni  Giulio Rapetti, in arte Mogol, con l’obiettivo di onorare il lavoro, l’impegno, la professionalità e il sacrificio, anche in termini di vite umane, del personale medico coinvolto in prima linea in questa dura battaglia: medici, odontoiatri, infermieri, farmacisti, veterinari, professionisti dell’area tecnica, della riabilitazione e della prevenzione, e poi ostetriche, chimici e fisici, fisioterapisti, psicologi, biologi, assistenti sociali.

Per la terza edizione della ricorrenza, le undici Federazioni nazionali degli Ordini delle professioni sociosanitarie, in rappresentanza di un milione e mezzo di professionisti, hanno scelto di celebrare insieme la giornata ideando congiuntamente un programma che ha alternato  letture di brevi testi di scienziate e scienziati, poeti e poetesse sul tema della “Immensa Bellezza” con esecuzioni musicali della Red shoes women orchestra, diretta dal maestro Dominga Damato. Alla celebrazione è intervenuto il ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha voluto dare voce alla sua vicinanza e gratitudine per i professionisti della salute: “Mai come adesso prenderci cura di chi si prende cura di noi è una priorità assoluta, nella consapevolezza che la salvaguardia e la valorizzazione di chi lavora in sanità è essenziale per assicurare a ogni persona le migliori condizioni di prevenzione, cura e assistenza” ha affermato il ministro. sottolineando che “la Giornata  è un’occasione preziosa per onorare la professionalità di tutto il personale che ogni giorno si prende cura della nostra salute, con competenza e dedizione, nonché per ricordare il sacrificio e lo straordinario impegno profuso durante l’emergenza Covid 19”. 

“In Italia sono 30 le professioni sanitarie riconosciute e 51 le tipologie di scuole per la formazione medica-specialistica, cui si aggiunge il corso di formazione specifica in medicina generale” ha quindi ricordato il titolare della Salute, riferendosi al più di  un milione e mezzo di iscritti agli albi professionali, un milione  e duecentomila dei quali attivi sul mercato del lavoro. “Il capitale umano è la leva principale dei servizi sanitari” ha concluso il ministro “e il lavoro dei professionisti sanitari e sociosanitari è essenziale per la piena tutela del diritto fondamentale alla salute, sancito dalla nostra Costituzione”.
I rappresentanti delle Federazioni e dei Consigli delle professioni, dal canto loro, hanno voluto ribadire che “le professioni sociosanitarie sono da sempre accanto a chi soffre e ha bisogno del loro aiuto. Anche nelle fasi più dure della pandemia, quando non c’erano ancora i vaccini e mancavano spesso i dispositivi di protezione individuale, l’assistenza non è mai venuta meno”.
Il lavoro dei professionisti della sanità – è stato ricordato dai loro rappresentanti –  è un impegno, una dedizione, un sacrificio portato avanti anche mettendo a rischio la propria vita e pagando un altissimo prezzo anche in termini di vie umane: tra prima e seconda fase di Covid 19 si sono contati circa 500 decessi tra i professionisti sociosanitari ed è stato inevitabilmente altissimo il numero dei contagiati da Sars CoV 2: alla data dello scorso 6 febbraio, erano 474.000, corrispondenti alla somma delle intere popolazioni di Venezia e Bergamo.

Il motto scelto per celebrare la giornata, “Insieme per garantire la salute di tutti”, ha voluto riassumere la necessità di uno sforzo congiunto, di un lavoro multidisciplinare e sinergico per difendere la salute delle persone, intesa come dimensione bio-psico-sociale, unico modo per garantire il diritto alla salute. Ma c’è anche chi – come Mandelli – ha voluto sottolineare con molta chiarezza che ricordare l’impegno e il sacrificio degli operatori della sanità, per quanto importante, non può essere sufficiente: più che una mera ricorrenza da calendario, la Giornata nazionale degli Operatori sanitari deve essere uno stimolo per investire sulle professioni del settore, soprattutto in un momento di difficoltà come l’attuale, che mette a rischio l’universalità e l’uguaglianza delle cure. Se si vuole tutelare il diritto alla salute, più che celebrazioni servono subito azioni concrete.

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