
Distribuzione in gravi difficoltà, Mirone si appella a Schillaci: ‘Servono risposte urgenti’
Roma, 10 marzo – Se non ora, quando? A tre anni dall’inizio di un’epidemia pandemica vissuta dalla distribuzione intermedia dei farmaci in condizioni ai limiti della sostenibilità, ma assicurando comunque il proprio indispensabile servizio, Antonello Mirone (nella foto), presidente di Federfarma Servizi (una delle due sigle di rappresentanza delle aziende del settore) ha deciso che è arrivato il momento di prendere, come si suol dire, il toro per le corna, chiedendo al ministro della Salute Orazio Schillaci un incontro urgente. In primo luogo per ricordargli cosa è e cosa fa la distribuzione intermedia dei farmaci, snodo vitale della filiera pharma che rende possibile che farmaci, dispostivi medici e prodotti per la salute raggiungano ogni giorno, verrebbe da dire inesorabilmente, gli scaffali delle farmacie italiane, rendendo possibile il più trasversale (ma anche orizzontale) dei servizi sanitari primari, l’assistenza farmaceutica.
Mirone, nella prospettiva dell’incontro con la massima autorità sanitaria del Paese, rispolvera opportunamente qualche numero riferito a Federfarma Servizi, che rappresenta 18 aziende di distribuzione e servizi con circa 3.500 farmacie socie dirette. Negli ultimi tre anni le 18 aziende associate hanno assistito questi presidi di salute territoriali veicolando 2 miliardi e 700 milioni di unità: 6 milioni di vaccini, 25 milioni di tamponi e test Covid, 175 milioni di mascherine, oltre a 2 miliardi di farmaci e 600 milioni di parafarmaci e dispositivi medici.
ma non è nota, come chiarisce la stessa Federfarma Servizi in una nota: durante la pandemia le aziende di distribuzione intermedia hanno lavorato ventre a terra garantendo sempre e comunque il servizio – che peraltro è pubblico ed essenziale per legge – per rispondere all’emergenza sanitaria. Quelle stesse aziende (che già nel 2020 avevano registrato e denunciato segnali di difficoltà e sofferenza) si trovano a distanza di tre anni alla canna del gas, piegate in due da inflazione, caro energia, caro carburanti e aumento dei costi finanziari. Questo senza che, nei tre anni appena passati, vi sia stato anche un minimo intervento di supporto al settore.
“Il bisogno di un farmaco o un dispositivo è immediato e come tale la richiesta deve essere soddisfatta in poche ore. Come si può immaginare, una farmacia di medie dimensioni non può avere tutte le referenze disponibili. Una quota importante dei farmaci, inoltre, dev’essere conservata a temperatura controllata e in celle frigorifere” spiega Mirone. “È un processo invisibile ma essenziale, come il servizio che svolgiamo per la comunità: le farmacie hanno disponibili centinaia di prodotti, ma non possono stoccare l’intero prontuario; quindi, richiedono alle nostre aziende ciò di cui hanno bisogno”. Dietro al camice bianco del farmacista che al paziente che gli chiede il farmaco salvavita risponde sorridente di ripassare nel pomeriggio per ritirarlo, insomma, c’è un’invisibile e silenzioso ma gigantesca e rodatissima organizzazione logistica che permette di trovare il farmaco in farmacia a poche ore dalla richiesta.
Un lavoro talmente capillare da prevedere anche più consegne al giorno che raggiungono anche le più piccole farmacie rurali, grazie a ordini inoltrati per via telematica. “Se vogliamo usare una metafora” aggiunge il presidente di Federfarma Servizi “siamo il muscolo che permette al braccio di porgere il prodotto di cui i cittadini hanno bisogno per la propria salute”.
“L’emergenza pandemica è stata un pressure test anche per i nostri addetti, che hanno lavorato incessantemente dietro le quinte” continua Mirone. “Si pensi solo al reperimento di mascherine, tamponi e farmaci per il virus Sars-Cov-2 in aggiunta alle ordinarie necessità quotidiane. Solo nel triennio 2020-2023, i distributori intermedi affiliati a Federfarma servizi hanno effettuato quasi 50 milioni di consegne”.
Nonostante i numeri della pandemia vadano verso la normalizzazione, il settore è oggi messo ulteriormente alla prova dal fenomeno delle ricorrenti indisponibilità di diversi farmaci sul mercato, dovute ad alterazioni degli equilibri internazionali. Anche a livello internazionale, infatti, la filiera soffre la mancanza di materie prime e l’aumento dei prezzi che si sommano all’incremento del prezzo del carburante necessario all’illuminazione, all’automazione e a tenere accesi gli impianti di raffreddamento 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Capita così che possano mancare anche farmaci importanti, come alcuni antibiotici e molecole attive sul sistema cardiovascolare.
“È ora che il nostro ruolo esca dall’ombra: siamo in attesa dal 2010 di una riforma della remunerazione, oggi ancora più urgente alla luce dei costi di carburante ed energia e del pesante incremento dei costi finanziari, pena l’insostenibilità e la rimodulazione del servizio, a tutto danno dell’assistenza alla salute della popolazione” afferma Mirone, ricordando che Federfarma Servizi “ha costituito nel 2022 un’unità di crisi per affrontare l’emergenza e ha da tempo richiesto un incontro urgente al ministro della Salute Schillaci”.
Richiesta che, in buona sostanza, viene reiterata, in un contesto e una situazione divenuti ancora più drammatici: “Se non si affronta questa emergenza sul piano dell’azione politico-istituzionale” conclude Mirone
