
Adf: “Bene apertura di Schillaci a revisione remunerazione in una visione di filiera”
Roma, 17 marzo – “Accogliamo con la massima soddisfazione le dichiarazioni del ministro Schillaci che intende rivedere il sistema di remunerazione delle farmacie in un’ottica di filiera, fiduciosi che si sia giunti finalmente al momento di riconsiderare anche i margini della distribuzione intermedia, anello centrale della supply-chain del farmaco”.
Questo il commento, praticamente in tempo reale, che Walter Farris (nella foto) presidente di Adf, l’Associazione nazionale dei distributori intermedi del farmaco, ha fatto seguire all’annuncio con il quale il ministro Schillaci, intervenendo ieri alla presentazione della ricerca Ipsos-Fofi sulla percezione della farmacie e del farmacista dopo la pandemia, ha prefigurato la possibilità di “mettere mano” alla riforma del sistema di remunerazione della farmacia e della filiera farmaceutica.
“Da oltre un decennio attendiamo interventi e misure eque per la categoria, ma senza interventi urgenti e appropriati, mantenere la sostenibilità del servizio pubblico essenziale, riconosciuto legislativamente, che le Aziende distributrici del farmaco sono tenute ad assicurare, diventa sempre più difficile” scrive in una nota Farris, “a causa dell’attuale scenario di crisi e della ormai cronica sotto-remunerazione che ci viene imposta dalla normativa con margini che non coprono i costi operativi delle nostre aziende per garantire i servizi richiesti dal Ssn a tutela dei cittadini”.
La pandemia – si legge nel comunicato diffuso da Adf – ha chiaramente mostrato che le fragilità del sistema sanitario danneggiano l’intera struttura economica e sociale del Paese. Occorre pertanto assicurare la sostenibilità di tutta la filiera della salute, di cui i grossisti farmaceutici sono l’anello vitale tra la produzione del farmaco e la sua dispensazione all’utente finale. Deve essere prevista una equa remunerazione per i distributori intermedi che oggi distribuiscono in perdita i farmaci Ssn di classe A (studi universitari quantificano la perdita in 0,26 euro per ogni confezione di farmaco consegnata) e ai quali si chiedono invece sempre maggiori investimenti per rispondere alle crescenti esigenze della nuova farmacia dei servizi.
“Oggi ci troviamo ad affrontare insieme agli altri partner di filiera uno scenario che viene definito di ‘policrisi’, ossia una crisi a più dimensioni: emergenze sanitarie, carenze di medicinali, aumento dei costi energetici e di carburante a cui si aggiungono crisi finanziaria, inflazione, aumento dei tassi d’interesse bancari” spiega Farris. “È più che mai necessario ragionare in un’ottica di sostegno che non sia soltanto emergenziale o settoriale. Auspichiamo perciò che nell’affrontare in maniera sistemica la revisione della normativa sulla retribuzione” conclude il presidente Adf “ si trovino finalmente soluzioni che rispondano alle esigenze di tutti gli attori della supply-chain, distributori intermedi compresi”.
La nota di Adf, in conclusione, ricorda alcune delle ragioni dello scenario critico nel quale le aziende di distribuzione si trovano a operare: con la legge n. 122 del 2010 i grossisti hanno subìto un taglio netto della loro quota di spettanza diminuita dal 6,65% al 3% senza che fosse stato previsto un qualsiasi altro meccanismo compensativo. Per contro, nel periodo immediatamente precedente e in quello successivo, la distribuzione intermedia ha supportato appieno i maggiori costi logistici dovuti anche all’apertura delle parafarmacie (oggi circa 5.000) e delle nuove farmacie (circa 1.500 nuovi esercizi) garantendo sempre, anche durante il lockdown, rifornimenti capillari e pluri-giornalieri, puntuali e completi, anche alle farmacie rurali situate nelle località più disagiate del Paese.
