
Schillaci: ‘Carenze problema Ue, per superarlo joint action a guida Italia, con Aifa’

Roma, 16 marzo – “L’Agenzia italiana del farmaco guida una joint action europea sulle carenze volta a creare un sistema che ottimizzi le azioni in corso e a dare supporto agli Stati membri riducendo duplicazioni e inefficienze. L’obiettivo perseguito è quello di condividere modelli e iniziative efficaci, evitare la dispersione di risorse, rafforzare il coordinamento e l’armonizzazione tra i diversi Stati membri, monitorare e segnalare le carenze di medicinali e contribuire alla creazione di un data set condiviso“.
Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci (nella foto) nel suo intervento al Consiglio Salute dell’Ue del 14 marzo, aggiungendo anche che “l’Italia è favorevole a valutare iniziative mirate a diminuire la dipendenza dai Paesi terzi, aumentare la produzione di farmaci essenziali nell’Unione europea, creare incentivi per i produttori, in particolare di principi attivi, affinché investano maggiormente nel mercato europeo”.
“L’Italia è consapevole del problema legato alla carenza di medicinali sul mercato europeo” ha detto ancora il titolare del dicastero della Salute “e di talune inadeguatezze del quadro normativo nel garantire forniture sufficienti in tutti gli Stati membri che sono stati in molti casi obbligati ad adoperarsi autonomamente per risolvere la questione. Auspichiamo pertanto che la nuova legislazione farmaceutica migliori il quadro complessivo” ha quindi aggiunto Schillaci. “È importante lavorare alla ricerca di soluzioni a lungo termine facendo collaborazioni e dialogando con tutte le parti interessate. Ci stiamo impegnando su questo fronte”.
Sempre in materia di farmaci, Schillaci ha elencato gli obiettivi ritenuti prioritari dall’Italia, partendo dalla sostenibilità del sistema: “Il livello delle nuove tariffe deve essere tale da consentire la copertura dei costi di tutto il sistema” ha detto il ministro, per poi passare all’equità del sistema, sostenendo che la ripartizione delle remunerazioni tra Ema e Nca va rapportata agli effettivi contributi prestati da entrambe le parti. Altro obiettivo, l’interazione con la nuova legislazione farmaceutica e il lavoro di revisione del sistema tariffario, che dovrebbe essere coordinato con i contenuti della nuova legislazione in ambito farmaceutico e garantire la copertura dei costi delle nuove attività assegnate. Ancora, Schillaci ha parlato della flessibilità del sistema: “L’attuale contesto storico caratterizzato da elevata inflazione, instabilità geopolitica, gestione post Covid, aumento della complessità delle procedure rende ancora più importante poter investire su un sistema tariffario in modo semplice e veloce; trasparenza nella metodologia di calcolo utilizzata per la revisione delle tariffe, la Nca necessita del supporto tecnico della commissione per finalizzare al meglio il lavoro di revisione delle tariffe e remunerazioni”.
Per quanto riguarda i farmaci veterinari, il ministro italiano ha fatto riferimento all’entrata in vigore del regolamento 2019/6 che ha modificato il settore: “Non è ancora chiaro l’impatto che le nuove tariffe potranno avere anche sul settore industriale, bisognerà valutare se l’adozione di un regime tariffario agevolato potrà essere sufficiente a motivare lo sviluppo di nuovi medicinali veterinari e a garantirne la disponibilità all’interno dell’Ue” ha detto Schillaci: “Bisogna inoltre tenere in considerazione che il mercato dei medicinali veterinari è molto frammentato, non sostenuto da finanziamenti pubblici e molto sensibile ai costi. La conseguenza di costi maggiorati potrebbe essere una perdita in termini di innovazione, una minore disponibilità di medicinali veterinari sul mercato Ue. Pertanto riteniamo utile un monitoraggio costante per verificare l’impatto delle nuove tariffe in questo settore”.
