
Ricerca Ipsos-Fofi 2 – Zaffini e Coletto: “Farmacie, un pezzo di Stato da preservare”
Roma, 17 marzo – Ulteriori conferme al consolidamento del ruolo (ma anche della reputazione) delle farmacie all’interno del sistema sanitario italiano, testimoniato dai risultati della ricerca Ipsos-Fofi sulla percezione del farmacista da parte degli italiani dopo la pandemia, presentata ieri a Roma, sono arrivate dagli interventi dei rappresentanti del Parlamento e delle Regioni intervenuti ai lavori.
Significative, in particolare, le parole di Francesco Zaffini (nella foto), presidente della Commissione Affari sociali e Sanità del Senato, secondo il quale “la farmacia è un pezzo di Stato che dobbiamo preservare”. Un pezzo di Stato che fa parte di un sistema sanitario nazionale sul quale, a quarant’anni dalla sua architettura originaria e dopo le criticità generate dalla pandemia, oltre che da carenze e da difetti di programmazione irrisolti da anni, per Zaffini è arrivato ormai il tempo di mettere mano. Per il senatore, serve “una profonda manutenzione” che – oltre a risolvere i problemi più urgenti, a partire da quella degli organici drammaticamente insufficienti – permetta di “implementare il diverso modello di assistenza che si sposta sempre di più dall’ospedale verso la continuità assistenziale territoriale. Soprattutto abbiamo bisogno di umanizzare le cure e di far capire alla cittadinanza che alcune scelte sono fatte per garantire i loro diritti. E sono due i professionisti che ci aiuteranno in questo percorso di riforma: i medici di medicina generale e i farmacisti”.
“Il farmacista non è un commerciante e se qualcuno lo avesse pensato avrebbe dovuto cambiare parere, i farmacista è un professionista formato” ha detto Zaffini, convinto della necessità di recuperare centralità per questa figura e quella del Mmg, fondamentali per l’assistenza di prossimità. “Il nostro contatto diretto e il sostegno ai farmacisti è quindi assicurato, ecco perché nel Ddl anziani abbiamo inserito la farmacia dei servizi, proprio per la sua capillarità e la capacità di fornire assistenza anche all’anziano magari fragile e pluripatologico”.
“Farmacisti e medici di famiglia restituiscono umanità e garantiscono quell’approccio diretto con i cittadini che abbiamo bisogno di rassicurare dopo l’esperienza della pandemia e le molte fakenews che sono circolate” ha quindi concluso Zaffini. “Abbiamo bisogno di figure di cui il cittadino si fida e che raccontino loro il verso giusto delle cose”.
Sulla stessa falsariga le considerazioni di Luca Coletto (nella foto), assessore alla Salute della Regione Umbria, intervenuto in rappresentanza delle Regioni: “Il farmacista ha un ruolo importantissimo perché la popolazione sta invecchiando e ha bisogno di un riferimento territoriale certo. Pensiamo alla possibilità di prenotare visite appoggiandosi a un professionista che sa perfettamente quali analisi dobbiamo eseguire, che ha a disposizione un ambiente informatico ad hoc, o al supporto che il farmacista può dare nell’aderenza terapeutica” ha detto Coletto. “Sta alla politica ora scegliere quale sarà il futuro di questa professione, che potrà e dovrà essere sempre più organico come presidio territoriale sanitario”.
Il primo dato che l’assessore dell’Umbria ha voluto sottolineare è che “la farmacia, aperta H24, rappresenta un riferimento sanitario territoriale che c’è sempre. E questo ci ha aiutato molto, ad esempio, quando c’era da certificare l’uscita dalla quarantena delle persone positive al Covid-19 e i positivi erano tantissimi: un ruolo che ha favorito non solo i cittadini, ma anche il sistema economico, consentendo alle persone di rientrare agevolmente al lavoro”. Rendendo il ruolo della farmacia strutturale, secondo Coletto, “ci sarà una svolta che è però come un ritorno al passato: ricordo le farmacie rurali, sempre disponibili quando si faceva fatica ad arrivare a un ambulatorio o a un distretto. Abbiamo un riferimento certo sul territorio: ora c’è da lavorare molto. Facciamolo insieme, in sinergia”.
