Roma, 7 aprile – Dallo scorso 1 aprile, i cittadini del Lazio debbono sostenere in prima persona il costo del tampone Covid 19 necessario per la diagnosi differenziale nelle patologie respiratorie. Lo denunciano i medici di medicina generale della Regione, che in un comunicato stampa parlano espressamente di “una nuova tassa sulla malattia Covid. Unica cosa rimasta è l’obbligo di notifica dei malati, che senza tampone è impossibile”.
“L’alternativa che rimane è pagare di tasca propria la prestazione” si legge nella nota diramata da Fimmg Lazio. “Un corto circuito che si è trasformato in un ennesimo esborso da parte del cittadino. L’accertamento con il tampone Covid è necessario per differenziare l’infezione dalle altre patologie virali o batteriche, inoltre, soprattutto nei soggetti fragili e più esposti alle complicanze sistemiche del virus e negli ultra sessantacinquenni, è propedeutico per instaurare la terapia antivirale specifica oggi disponibile, che però va iniziata entro 5 giorni dalla comparsa dei sintomi. In questi casi una diagnostica corretta e precoce è obbligata, pena gravi conseguenze per i pazienti fragili”.
Fino al 31 marzo, spiega la Fimmg, era possibile effettuare gratuitamente per il cittadino un tampone diagnostico dal proprio medico di famiglia ela prestazione clinica era rimborsata dal sistema regionale, ma dal 1° aprile non è più così.
“Questa nuova situazione aumenterà inevitabilmente la pressione sui Pronto soccorso, contrariamente alle intenzioni dichiarate della Giunta di ridurla” sottolinea in conclusione il sindacato regionale dei Mmg. “Abbiamo già avvertito la Regione nei giorni scorsi e sollecitato provvedimenti atti a superare il problema, senza risposta, ora la Regione dica chiaramente se e come i Medici di medicina generale possano continuare a fare il loro lavoro di diagnosi e cura, rispetto ad una malattia che rimane pericolosa per i pensionati e per i soggetti più fragili“.