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domenica 24 Settembre 2023
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Onsar, nasce osservatorio nazionale contro la minaccia dell’antimicrobico-resistenza

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RImageoma, 20 aprile –  Un think tank contro l’antimicrobico-resistenza: questo ambisce ad essere l’Osservatorio nazionale sull’antimicrobico-resistenza (Onsar), presieduto da Walter Ricciardi (nella foto), presentato l’altro ieri a Roma, nuovo strumento con il quale il nostro Paese si dispone a contrastare con ancora maggiore efficacia quella che attualmente è una delle più gravi minacce per la salute umana, diventata una delle principali cause di morte in tutto il mondo, con elevati costi, umani ed economici.

I dati sono in effetti allarmanti: si stima che entro il 2050 il fenomeno diventerà più letale del cancro, con più di 10 milioni di vittime l’anno nel mondo. In Europa si registrano 33.000 decessi l’anno a causa della resistenza ai farmaci, di cui ben 11.000 avvengono in Italia. Nel 2050, stando alle proiezioni, potrebbero diventare 450.000 con un impatto economico per il Servizio sanitario nazionale di 1,3 miliardi di euro.

Il nuovo Osservatorio ha un duplice obiettivo: da un lato sistematizzare i dati sulle infezioni legate all’assistenza e all’antimicrobico-resistenza, dall’altro usare questi dati per analizzare in modo oggettivo la situazione nel nostro Paese e fornire indicazioni, raccomandazioni e linee guida sanitarie ai decisori politici basate sulle evidenze scientifiche, e iniziative di comunicazione, educative e di sensibilizzazione, utili a modificare comportamenti impropri della popolazione e del personale sanitario.

La struttura si avvale di un Comitato tecnico scientifico, che prevede la presenza di esperti di diversi settori medici ma anche statistici, economisti e biologi, oltre che giornalisti ed esperti di comunicazione. “Non basta avere piani nazionali contro l’antibioticoresistenza”  ha spiegato Ricciardi nell’evento di presentazione “è necessario realizzarli. Questo Osservatorio nasce per aiutare a farlo, a livello centrale e a livello regionale”. E la presenza di comunicatori (come ad esempio Franco Di Mare e Barbara Gallavotti, arruolati nel progetto) può certamente essere utileperché  – spiega Ricciardi – “riteniamo che questo fenomeno debba essere ben comunicato, dal momento che ancora oggi le persone non si rendono conto del livello d’allarme che rappresenta”.

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