banner
domenica 24 Settembre 2023
banner

Cittadinanzattiva: ‘Liste d’attesa spia di grave malattia del Ssn, c’è un’Urgenza Sanità’

banner

Roma, 15 maggio – Non è davvero confortante la fotografia che emerge dal Rapporto civico sulla salute 2023 di Cittadinanzattiva presentato l’11 gennaio nella sede del ministero della Salute: ci si imbatte in  attese di due anni per una mammografia di screening e di tre mesi per un intervento per tumore all’utero da effettuare nell’arco massimo di un mese. E non desta purtroppo più alcuno scandalo che si debbano aspettare mesi per una visita specialistica ginecologica urgente da fissare entro 72 ore e almeno 60 giorni per una visita di controllo cardiologica da effettuare entro 10 giorni.

Le segnalazioni dei cittadini all’associazione civica parlano da sé  e la dicono lunga sulle disfunzioni del nostro Ssn, che peraltro non riguardano solo le liste d’attesa:  sono lamentati anche problemi nei servizi di accesso e prenotazione, ad esempio determinati dal mancato rispetto dei codici di priorità, da difficoltà a contattare il Cup e impossibilità a prenotare per liste d’attesa bloccate.

Restando alle liste d’attesa, ed entrando nel dettaglio, per le prime visite specialistiche, quelle che hanno una classe B-breve (da svolgersi entro 10 giorni), i cittadini che ci hanno contattato Cittadinanzattiva hanno atteso anche 60 giorni per la prima visita cardiologica, endocrinologica, oncologica e pneumologica. Senza codice di priorità si arrivano ad aspettare 360 giorni per una visita endocrinologica e 300 per una cardiologica. E ancora, quanto alle visite specialistiche di controllo, una ginecologica con priorità U (urgente, da effettuare entro 72 ore) è stata fissata dopo 60 giorni dalla richiesta. Per una visita di controllo cardiologica, endocrinologica, fisiatrica con priorità B (da fissare entro 10 giorni), i cittadini di giorni ne hanno aspettati 60. Per una visita ortopedica, sempre con classe d’urgenza B, ci sono voluti addirittura 90 giorni. Una visita endocrinologica senza classe di priorità è stata fissata dopo 455 giorni, dopo 360 giorni una visita neurologica.  I commenti non servono davvero.

Ancora: sono stati segnalati 150 giorni per una mammografia con classe di categoria B breve (da svolgersi entro 10 giorni), e 730 giorni sempre per una mammografia ma con classe di categoria P (programmabile), 365 giorni per una gastroscopia con biopsia in caso di classe non determinata. Per gli interventi chirurgici: per un’operazione per tumore dell’utero che doveva essere effettuata entro 30 giorni (Classe A), la paziente ha atteso 90 giorni, tre volte tanto rispetto ai tempi previsti. E per un intervento di protesi d’anca da effettuarsi entro 60 giorni (classe di priorità B), c’è stata un’attesa di 120 giorni, il doppio rispetto al tempo massimo previsto.

I dati presentati in questo Rapporto e le storie che le persone raccontano ai nostri attivisti sul territorio, ci mettono nell’urgenza di proclamare come cittadini lo stato di emergenza sanitaria e una mobilitazione permanente a difesa del nostro Ssn, come annunciamo nel nostro Manifesto e nella petizione su Change” ha dichiarato Anna Lisa Mandorino (nella foto), segretaria generale di Cittadinanzattiva. “Per superare l’urgenza sanità chiediamo che siano riaffermate cinque condizioni, cinque chiavi di accesso alla casa comune del Servizio sanitario nazionale: l’aggiornamento periodico e il monitoraggio costante dei Livelli essenziali di assistenza che devono essere garantiti ed esigibili su tutto il territorio nazionale; l’eliminazione delle liste di attesa, attraverso un investimento sulle risorse umane e tecniche, una migliore programmazione e trasparenza dei vari canali, un impegno concreto delle Regioni per i Piani locali di governo delle liste di attesa; il riconoscimento e l’attuazione del diritto alla sanità digitale per ridurre la burocrazia, comunicare meglio con i professionisti e accedere a prestazioni a distanza; la garanzia di percorsi di cura e di assistenza dei malati cronici e rari e, in particolare, delle persone non autosufficienti, finanziando la nuova legge per gli anziani non autosufficienti e riprendendo l’iter normativo per il riconoscimento dei caregiver; l’attuazione della riforma dell’assistenza territoriale prevista dal Pnrr, con il coinvolgimento delle comunità locali e dei professionisti del territorio”.

Il Rapporto civico sulla salute, giunto quest’anno alla seconda edizione, integra i dati provenienti dalle 14.272 segnalazioni dei cittadini, giunte nel corso del 2022 alle sedi locali e ai servizi Pit Salute di Cittadinanzattiva, con dati provenienti da fonti istituzionali, accademici o della ricerca. L’obiettivo è mostrare come si traduce oggi il diritto alla salute dei cittadini nel complesso sistema del federalismo sanitario.

Accanto ai mai risolti problemi generali di liste di attesa e accesso alle prestazioni (che raccolgono quasi una segnalazione su tre, 29.6%), i cittadini denunciano carenze in tutti e tre gli ambiti dell’assistenza sanitaria, ossia quella ospedaliera (15,8%), quella territoriale (14,8) e l’area della prevenzione (15,2%). Al quinto posto la sicurezza delle cure (8,5%). Seguono le segnalazioni su accesso alle informazioni e documentazioni (4,5%), assistenza previdenziale (2,8%), umanizzazione e relazione con operatori sanitari (2,6%), spesa privata e ticket elevati (1,7%) e assistenza protesica e integrativa (1,4%).

Print Friendly, PDF & Email

banner
Articoli correlati

i più recenti

I più letti degli ultimi 7 giorni