Roma, 18 maggio – “Come Italia ed Europa dobbiamo recuperare il terreno perduto nei confronti di altri macro-sistemi. Negli ultimi 20 anni infatti diversi Paesi extra Ue hanno adottato politiche incentivanti, mentre l’Europa ha perso un quarto degli investimenti in ricerca”.
Così il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani (nella foto), è tornato a intervenire sulla proposta di riforma della legislazione farmaceutica Ue, ribadendo le valutazioni critiche giù più volte avanzate nelle scorse settimane. “Per essere ‘a prova di futuro’, la strategia farmaceutica deve permettere all’innovazione di correre e di essere rapidamente a disposizione del paziente. Così come proposto dal Governo italiano. Purtroppo, però, i segnali che arrivano dalla Commissione Ue non sono positivi. Siamo ancora in tempo per invertire la rotta e salvaguardare un’industria che rappresenta un patrimonio per la salute, la crescita economica, l’innovazione e la stessa sicurezza nazionale”.
Cattani – in occasione della IX edizione della Scuola Farmindustria, appuntamento dedicato a tutte le persone assunte nelle aziende associate, che ha riunito oltre 400 partecipanti in una due giorni di lavoro – ha ribadito quelle che le aziende del farmaco e le loro sigle di rappresentanza, nel nuovo corpus di norme proposto dalla Ue, ritengono criticità da correggere subito, per evitare conseguenze negative sul settore. “La revisione della legislazione – che indebolisce la proprietà intellettuale, con la riduzione della data protection da 8 a 6 anni e dell’esclusiva di mercato per i farmaci orfani da 10 a 9 – e la proposta di introdurre un nuovo strumento di licenza obbligatoria, per usare un farmaco brevettato senza il consenso del titolare del brevetto in caso di emergenze, possono avere pesanti ricadute in termini di accesso alle cure e all’innovazione per i cittadini” ha voluto sottolineare ancora una volta Cattani, ”