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venerdì 19 Aprile 2024
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Farmacieunite, ricerca sulla farmacia futura: cambiare è ineludibile, va saltato il bancone

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Roma, 18 maggio – Un lavoro sul campo, con e dentro le farmacie, durato più di sei mesi, impegnati (tra l’altro) nel monitoraggio di 9 tendenze socioculturali e in 120 ore di osservazione etnografica sul campo da parte di un team di 12 esperti di biologia, farmacologia, immunologia, marketing e comunicazione, psicologi ambientali. Questi gli “ingredienti” alla base delle più di 500 pagine del  dossier  che analizza lo stato attuale della farmacia e, con approccio diacronico, lo proietta nel futuro identificando quali saranno i cambiamenti che verranno, e soprattutto come adeguarsi alle novità e trasformarle in opportunità sia per titolari di farmacia che per l’utenza.

A presentare il dossier, realizzato sulla base delle ricerche condotte da Strategy Innovation, start up dell’Università Ca’ Foscari  di Venezia, sono stati i rappresentanti di  Farmacieunite e Consorzio Farmarca (committenti della ricerca) insieme a quelli delle stesse Università Ca’ Foscari, di Strategy Innovation e di Labomar, nel corso del convegno nazionale La Farmacia: quale futuro? Il business tra informazione e tradizione tenutosi a Treviso nello storico Palazzo Giacomelli, alla presenza di una sala gremita di farmacisti.

Ad aprire, condurre e quindi chiudere i lavori, i presidenti di Farmacieunite e di Farmarca, Federico Conte e Franco Gariboldi Muschietti, che hanno però lasciato al consigliere di Farmacieunite e coordinatore del progetto/ricerca, Livio Patelli (nella foto) il compito di spiegare il “razionale” dell’iniziativa fortemente voluta dal sindacato. “Abbiamo la fortuna di essere considerati dei professionisti presenti e apprezzati sul territorio, ma emerge anche che la nostra professione deve necessariamente incontrare un cambiamento che arriverà presto” ha detto Patelli. “Dovremo confrontarci con un mondo in continua evoluzione sempre rimanendo vicini al paziente, ma la ricerca dice anche che dovremo metterci in discussione cambiando le nostre regole e sicurezze, uscire insomma dalla nostra comfort zone. E proprio per questo, per avvalersi di uno sguardo “altro”, diverso e più largo, che Farmacieunite e Farmarca hanno scelto di rivolgersi a un’università (prova tra l’altro del corso di laurea in Farmacia), i grado di fornire un punto di vista esterno, critico, non autoreferenziale.

A dimostrare fin da subito la correttezza e utilità della scelta è stato l’intervento di Carlo Bagnoli, ordinario di Innovazione strategica alla Ca’ Foscari, molto esplicito e chiaro nel dimostrare come un’azienda sia destinata al declino e alla chiusura qualora non attui il processo di innovazione che lo scorrere del tempo porta inevitabilmente con sé.

Ad illustrare i contenuti della ricerca è stato Gian Paolo Lazzer di Strategy Innovation, la start up che la ha realizzata: “Sintetizzo in tre punti principali la grossa mole di lavoro effettuato. Primo punto è una certezza, la farmacia del futuro deve cogliere la rivoluzione tecnologica che ci porterà alla telemedicina e alla digital healthcare. Questo non significa pensare alle apparecchiature o a cosa comprare per adeguarsi a questo, bensì acquisire nozioni o competenze per arrivare a questo. Il secondo punto – ha continuato Lazzer – è fondamentale, ma abbiamo rilevato che non viene fatto: il farmacista deve uscire dal bancone e trovare tempo per guardare dall’esterno la propria attività, per rinnovarsi e confrontarsi anche con imprenditori di altri settori perché possono dare importanti spunti. Il farmacista è l’imprenditore della propria attività, deve avere il tempo per farlo e non può soltanto restare dietro al banco“.

Il terzo punto, ha quindi concluso  Lazzer, è l’adottare la sana e igienica pratica della continua valutazione critica del proprio operato: “Ogni farmacia ha uno o più punti deboli, sono convinto che ciascuno di voi sappia qual è, ebbene dovete fare un po’ di autocritica e avere il coraggio di migliorarli o risolverli”.

Alcuni focus della ricerca sono disponibili qui.

Il convegno trevigiano ha offerto anche la testimonianza concreta e tangibile di chi è riuscito ad andare oltre all’attività svolta dietro un banco di farmacia, quella di Walter Bertin, fondatore e presidente di Labomar, azienda leader nella produzione di dispositivi medici e integratori, con 300 dipendenti e sede a Istrana (Tv). Bertin, con riferimento alla sua esperienza, ha spiegato che l’innovazione delle attività deve passare attraverso la creazione di un ambienti idonei per chi ci sta all’interno, sia il personale “che deve arrivare alla mattina felice e deve sentisti proprio agio” ma anche per l’utente “che quando entra in farmacia deve sentirsi un po’ come a casa propria”.

Ai presenti è stata consegnata una sintesi della ricerca. Farmacieunite e Farmarca realizzeranno per i propri associati una serie di video-pillole informative che illustreranno i risultati della ricerca e forniranno gli strumenti per cogliere le opportunità del cambiamento.

 

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