Roma, 5 giungo – La ricerca spasmodica di tamponi per lo streptococco nelle farmacie, legata all’aumento della circolazione del batterio e alle fin troppo denunciate carenze dell’antibiotico più utilizzato per contrastarlo, l’amoxicillina. “è una caccia che non ha senso: se si va a cercare, nella gola di un bambino si trova di tutto, non serve abusare dei tamponi anche perché il mal di gola non è causato soltanto dallo streptococco. Può essere dovuto ad altri virus”. A dichiararlo in un’intervista concessa a Virgilio Notizie è l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova (nella foto).
L’aumento dei casi di scarlattina a partire da gennaio 2023, soprattutto nei bambini di età inferiore a 15 anni, confermato dal Direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, e dalla Società italiana di pediatria, va affrontato senza panico né reazioni parossistiche: “Il motivo dell’aumento delle infezioni è legato alla fine della pandemia e al venir meno dell’uso di dispositivi come le mascherine, che ne ha facilitato la circolazione” spiega Bassetti. “Ma non solo: da un lato il sistema immunitario dei bambini è come se si fosse disabituato a venire in contatto con questo batterio (e con altri), dall’altro si registrano più casi anche perché si cerca di più questo batterio, proprio tramite i tamponi, e perché ci sono gli strumenti per individuarlo mentre per altri microrganismi e virus non ne abbiamo”.
“L’aumento di casi di streptococco non riguarda soltanto l’Italia, ma ha visto una situazione analoga in molti Paesi del mondo. È vero che può dare anche conseguenze importanti come polmoniti, infezioni anche impegnative della cute, meningiti o malattie reumatiche, ma nella maggior parte dei casi non occorre allarmarsi: le forme invasive sono molto limitate” prova a rassicurare l’infettivologo genovese. “In passato abbiamo registrato anche casi di febbre reumatica, carditi (quindi problemi al cuore) o conseguenze per i reni, ma oggi la situazione è differente: un bambino nel corso della vita assume più antibiotici e questo permette di metterlo al riparo da potenziali conseguenze più gravi dell’azione dello streptococco. Io spesso dico che è come i carabinieri, ‘fedele nei secoli’ alla penicillina”.
E ancora: “Significa che finora non è diventato resistente. Io auspico che rimanga così e anche per questo non ha senso ricorrere all’antibiotico se non è necessario, non bisogna abusarne, come io e i colleghi ripetiamo da tempo. È un messaggio rivolto sia ai genitori, sia ad alcuni pediatri che in passato lo hanno prescritto forse con troppa leggerezza” aggiunge l’infettivologo.
Il boom di richieste di tamponi, stimato in uno stratosferico + 2000%, ha generato un allarme legato alla possibile positività: “Il fatto di risultare positivi non significa necessariamente che occorra seguire una terapia antibiotica di profilassi” chiarisce ancora Bassetti. “Se lo si trova, ma non dà sintomi come febbre o mal di gola importante, non occorre fare nulla”. I dati indicano che tra il 5 e il 7% delle persone è portatore sano: lo streptococco può annidarsi nel naso o nella bocca anche senza dare effetti: “L’obiettivo della cura con antibiotico è contrastare gli effetti che il batterio dà sull’organismo, ma se questi non ci sono, non ha senso seguirla. Pensare di eradicarlo completamente è un errore”, aggiunge l’esperto.