banner
sabato 12 Ottobre 2024
banner

Confindustria Dispositivi medici: “Tar Lazio accoglie ricorso aziende sul payback”

banner

Roma, 4 luglio – Entro il 31 luglio le aziende produttrici di dispositivi medici dovranno scegliere se ritirare i ricorsi sull’attuazione del cosiddetto payback, il sistema di tassazione che obbliga le imprese a un esborso per ripianare lo sforamento dei tetti di spesa da parte delle Regioni, I contenziosipresentatial Tar –  dimostrazione di come la misura sia avversata dall’intero settore – sono circa 1800 e l’unica opzione che si apre alle aziende è appunto ritirarli e pagare con uno sconto la parte relativa al periodo 2015-2018 oppure proseguire la battaglia sul piano legale. La novità, secondo quanto riferisce una nota di Confindustria Dispositivi medici, è che proprio in questi giorni il Tar Lazio ha accolto le istanze cautelari di alcune aziende, sia medio-piccole sia di maggiori dimensioni. In particolare, le istanze di sospensiva sono relative sia al pagamento delle somme sia delle eventuali compensazioni da parte delle amministrazioni sanitarie. E

Speaker Massimiliano Boggetti - Presidente, Confindustria Dispositivi Medici Servizi<br><br>“La sospensiva del Tar rappresenta una prima importante presa di posizione e va nella logica di quanto abbiamo sempre sostenuto, ovvero che la norma del payback è ingiusta e incostituzionale” commenta il presidente di Confindustria Dm, Massimiliano Boggetti (nella foto). “Chiediamo pertanto ancora al Governo di spostare ulteriormente i termini di pagamento del payback a fine anno per poter trovare soluzioni efficaci di governance del settore che consentano di superare la norma e cancellarla. Inoltre, le istanze cautelari del Tar, a cui immaginiamo ne seguiranno delle altre rischiano di mettere in ulteriore difficoltà le piccole imprese che non sono ricorse al Tribunale amministrativo perché non in grado di affrontare il contenzioso. È fondamentale cancellare questa norma con urgenza” ribadisce Boggetti “per salvaguardare non solo la vita di tante imprese, ma soprattutto per garantire che ai pazienti arrivino le cure necessarie possibili solo grazie all’utilizzo dei dispositivi medici”.

Con i ricorsi – dettaglia la nota – viene contestata l’illegittimità dei provvedimenti impugnati per l’incostituzionalità della normativa primaria di legge, la non conformità con il diritto eurounitario, la violazione di norme di legge preesistenti, oltre ai numerosi errori di calcolo delle fatture ricevute dalle Regioni.

“Con questa sospensione la magistratura ha accolto l’alert delle aziende soggette al payback sui dispositivi medici, si tratta di un primo forte segnale di concreta attenzione a tutte le aziende che hanno fatto ricorso, indipendentemente dall’impatto finanziario del meccanismo o dalle dimensioni aziendali” aggiunge Massimo Pulin, imprenditore e presidente di Confimi Sanità (nella foto a destra), a proposito dell’accoglimento da parte del Tar Lazio della richiesta di sospensiva dei pagamenti relativi al payback.

“Il giudizio sulla liceità dei pagamenti in qualche modo è sospeso” sostiene Pulin “ma la decisione mette di fatto in discussione la data del 31 luglio prevista dal Governo come proroga e termine per il versamento della quota da parte delle aziende fornitrici di Dm che non avessero attivato un contenzioso o vi avessero rinunciato. Si riaprono i giochi” sostiene il presidente di Confimi Sanità “un po’ di ossigeno per le imprese”.

banner
Articoli correlati

i più recenti

I più letti degli ultimi 7 giorni