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venerdì 1 Dicembre 2023
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Gizzi: “Farmacie, nuova mentalità e nuova remunerazione per completare l’evoluzione”

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Roma, 6 luglio – “Solo una nuova remunerazione può mantenere viva questa fiducia ritrovata tra farmacie e istituzioni. Con essa le farmacie potranno onorare il potenziale sanitario che la politica si aspetta da loro, e le farmacie vedranno confermate e realizzate le promesse politiche di questi ultimi anni”.

Venanzio Gizzi (nella foto), presidente di Assofarm, la sigla delle farmacie pubbliche, torna ancora una volta su quella che da sempre considera la necessaria condizione per portare a compimento il percorso di evoluzione della farmacia, imprescindibile presidio sanitario del territorio e parte integrante del servizio sanitario pubblico.  Un percorso avviato due decenni fa e che ha già profondamente trasformato il ruolo e la funzione delle farmacie, non più “semplici” punti di accesso alle terapie farmacologiche, ma centri in grado di garantire ai cittadini (insieme alle medicine e alla rassicurante certezza di avere a disposizione a due passi da casa un riferimento sanitario  con le porte sempre aperte, gestito da professionisti della salute competenti, affidabili e sicuri) un’ormai vasta gamma di altre prestazioni e servizi sanitari che vanno dallìerogazione di analisi di prima istanza fino alla somministrazione di vaccini.

Lo fa nell’editoriale a suo firma pubblicato sull’ultimo numero della newsletter associativa, diffusa ieri, nel quale Gizzi anticipa i temi del suo intervento  alla 40ma Assemblea federale di Assofarm. che si terrà tra pochi giorni. Il presidente delle farmacie pubbliche, preannunciando che quella che presenterà all’assise nazionale  sarà  “la relazione di bilancio più positiva della nostra storia“,  richiama i temi chiave del processo di trasformazione, ancora in essere, che investe le farmacie. Uno dei più importanti è appunto il rapporto delle farmacie con la politica e le istituzioni, che negli ultimi anni – grazie anche al grande contributo che le farmacie di comunità hanno assicurato alla comunità nazionale e alla sanità pubblica durante gli anni di emergenza pandemica – è “profondamente migliorato. Non credo sia mai esistito un altro periodo in cui siamo stati cercati e ascoltati come oggi. Alle parole sono anche seguiti fatti, primo fra tutti i 150 milioni di remunerazione aggiuntiva dell’ultima legge di stabilità. Ai singoli fatti, per quanto positivi, deve oggi seguire la sistematizzazione di un cambiamento generale” scrive Gizzi, tornando a battere il tasto su cui Assofarm batte ormai da moltissimi anni: la riforma della remunerazione.

Ad essa, peraltro, è legata anche la soluzione a uno dei problemi più attuali, quello della carenza di farmacisti, che  frena lo sviluppo delle farmacie sviluppo e “in futuro potrebbe addirittura limitare l’accesso al farmaco da parte dei cittadini” scrive Gizzi. La condizione per restituire attrattività alla professione di farmacista dipendente, ragiona Gizzi, è che le farmacie di comunità possano operare in un quadro econonomico sostenibile, in grado di generare nuove risorse, ad esempio sviluppando nuovi servizi, e grazie a queste rendere possibili  “salari interessanti per i giovani farmacisti”. Quei nuovi farmacisti, precisa Gizzi, grazie ai quali “le farmacie potranno dispiegare il loro potenziale professionale all’interno della nuova sanità territoriale”. Ma, avverte il presidente di Assofarm, ” i nuovi assetti remunerativi non potranno essere limitati alle farmacie. La sostenibilità economica deve essere garantita a tutta la filiera”.

A proposito della filiera, Gizzi evidenzia  “il clima di grande collaborazione tra tutti i soggetti” che vi operano. I problemi di una componente  prima o poi si riverberano anche sulle altre e “nessuno si salverà da solo”. La chiave per consolidare e sviluppare la collaborazione all’interno della filiera, secondo il presidente di Assofarm, è che tutti considerino il cittadino il nord della propria bussola professionale. Quel cittadino, precisa Gizzi, “che chiede servizi di prossimità, sistemi distributivi smart, maggiore integrazione con gli altri attori della sanità territoriale”. Si tratta di una straordinaria opportunità professionale, alla quale “il farmacista risponde con impegno, ma non senza qualche timore”,  chiedendosi, come fanno oggi  farmacisti privati e manager delle farmacie comunali,  “chi pagherà e quanto per tutto questo”.

Gizzi anticipa che nella sua relazione assembleare affronterà anche il tema della sostenibilità in farmacia, questione che investe tutto il pharma, settore  “molto inquinante”, che vede l’industria impegnata a fare qualcosa “per ridurre l’impatto della sua produzione”. Le farmacie, osserva il presidente delle farmacie pubbliche, anche in ragione della reputazione di cui godono, “possono davvero giocare un ruolo determinante nel coinvolgimento dei cittadini in pratiche più green. Il nostro movimento condivide il valore della sostenibilità come impegno verso il futuro, sappiamo però che molti farmacisti privati e comunali dovranno far dialogare questa responsabilità con incertezze e instabilità di bilancio”. Considerazione, quest’ultima, che rimanda alla vexata quaestio della riforma della remunerazione: “Cambieremo il nostro settore solo se ognuno di noi acquisirà una visione olistica dello stesso” si legge al riguardo nell’editoriale di GizziChe ribadisce una volta di più la radicata convinzione che solo una nuova remunerazione potrà consolidare il proficuo rapporto di collaborazione ritrovato tra farmacie e istituzioni, precondizione per sviluppare il grande potenziale delle farmacie in termini di risposte efficaci ai bisogni di salute dei cittadini

“Insomma, o cambieremo tutto, o rischia di non cambiare nulla. Perché basta dimenticare un passaggio per bloccare tutto l’unico grande processo” scrive Gizzi, tirando le somme delle sue considerazioni. “Tutti noi dobbiamo cambiare mentalità, fare propria una logica di investimento per il futuro che forse mai abbiamo avuto in passato. Devono farlo quelle istituzioni regionali a oggi ancora troppo legate, per legge e per forma mentis, al meccanismo del vincolo di bilancio. Dobbiamo farlo noi farmacie, ancora incapaci di immaginare come l’avvio di un nuovo servizio possa produrre le giuste marginalità nel medio e non nel breve periodo”.

Un salto evolutivo notevole e molto farticoso, conclude Gizzi, per il quale “non esistono alternative praticabili a ciò che esso genererà di vitale per il nostro settore e per il Paese”.

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