Roma, 11 luglio – Mentre i rappresentanti della maggioranza di Governo, a partire dallo stesso ministro della Salute Orazio Schillaci, non perdono occasione per assicurare al colto e all’inclita che la riforma dell’Aifa sarà definitivamente varata entro l’estate, arrivano segnali che in qualche modo sembrano non essere del tutto in linea con la rosea previsione. Anche a voler sorvolare sulle dimissioni, a fine giugno, di Antonio Addis, componente della Commissione tecnico-scientifica (organo destinato a scomparire con la riforma approvata dal Governo, così come il Comitato Prezzi e rimborso), rassegnate senza rendere note le motivazioni, non si può davvero far finta di nulla di fronte alle critiche e agli umori malmostosi che filtrano dall’interno e all’esterno dell’agenzia regolatoria, che da qualche tempo sembra anche aver notevolmente rallentato le sue attività.
Ora – ad anticiparlo è l’edizione di ieri di quotidianosanita.it – un nuovo ostacolo si è improvvisamente materializzato sul new deal dell’agenzia: si tratta del parere con il quale la Ragioneria dello Stato, a firma del suo responsabile, il Ragioniere generale Biagio Mazzotta (nella foto), segnala alcune criticità nel piano di attività dell’Aifa per l’anno in corso, piano che era stato trasmesso il mese scorso alla Conferenza Stato-Regioni per acquisirne il consueto, previsto parere.
Il testo di quel documento approvato dal Cda dell’Aifa lo scorso 29 marzo e contenente le principali mission aziendali fissate per il 2023, presenta a giudizio della Ragioneria un’anomalia (che in effetti suona assai singolare): esso non fa alcun cenno all’imminente riforma dell’autorità regolatoria, ovvero il provvedimento che ridisegnerà la governance dell’agenzia e che – per pubblica ammissione dello stesso Schillaci – arriverà “entro o al massimo dopo l’estate”.
“Il programma in esame non fa cenno alle modifiche normative recentemente intervenute” si legge nel parere trasmesso al capo di gabinetto del ministero della Salute “che dovrebbero modificare già nell’anno in corso l’organizzazione dell’Agenzia, tra le quali l’art. 3, comma 1 bis, del decreto legge 169/2022, che dispone la soppressione della Commissione tecnico-scientifica (Cts) e del Comitato prezzo e rimborso (Cpr), le cui funzioni sono attribuite alla istituenda Commissione scientifico-economica del farmaco (Cse)”.
La Ragioneria segnala inoltre che “lo stesso programma non sembrerebbe contenere il riferimento all’attività prevista dall’articolo 1, comma 283 della legge 234/2021 concernente l’aggiornamento annuale da parte di Aifa dell’elenco dei farmaci rimborsabili dal Ssn, sulla base del criterio di costo ed efficacia, e all’allineamento dei prezzi dei farmaci terapeuticamente sovrapponibili, da effettuare entro il 30 novembre dell’anno precedente a quello di riferimento”.
Infine, la Ragioneria evidenzia “l’opportunità che per il futuro programma di attività sia sottoposto all’esame della Conferenza Stato-Regioni secondo i termini previsti dall’articolo 48, comma 5, lettera h, del decreto legge 269/2022, ovvero entro il 31 gennaio dell’anno di riferimento, in modo tale che eventuali richieste integrative possano essere implementate in tempo utile dall’Aifa”.
Secondo il parere della Ragioneria, i rilievi evidenziati andrebbero opportunamente segnalati al ministero della Salute “ai fini delle necessarie integrazioni al documento pervenuto”.