Roma, 13 luglio 2023 – Anche l’industria farmaceutica è in prima fila nel contrasto a quella che, secondo l’Oms, è una delle emergenze sanitarie globali più pericoloso, l’antibiotico-resistenza, contribuendo alla causa, in particolare, in un ambito cruciale, quello della ricerca e sviluppo per sviluppare nuovi ed efficaci antibiotici. A ricordarlo, a margine della seconda edizione de La sanità che vorrei-L’antibiotico-
Per Pitrelli, l’impegno delle aziende per sviluppare nuovi antibiotici è fuori discussione, anche se si tratta di un abito di ricerca e sviluppo dove “rimane comunque molto difficile lavorare, perché sviluppare un nuovo antibiotico richiede tempo, circa 15 anni, ed è un processo molto incerto, se vogliamo, perché su 100 nuovi antibiotici che iniziano la fase di sviluppo preclinico, cioè quella prima di arrivare allo sviluppo, solo uno o due poi effettivamente riescono ad arrivare alla pratica clinica”.
“Se a questo poi si sommano le difficoltà da un punto di vista regolatorio e di accesso, che sono determinate anche dall’approccio alla stewardship antimicrobica (gli interventi che mirano a promuovere l’uso ottimale degli antibiotici, NdR) che giustamente vuole tutelare queste terapie, allora il ritorno da un punto di vista dell’investimento delle aziende che oggi lavorano in questo campo si è molto limitato” aggiunge Pitrelli, preoccupandosi però di precisare che “malgrado questo l’interesse e l’impegno delle aziende è comunque ancora vivo”.
Nell’ambito di Farmindustria, informa il rappresentante della sigla delle aziende, “esiste un gruppo dedicato al contrasto dell’antibiotico-resistenza all’interno del gruppo prevenzione, che lo scorso anno ha riunito una task force proprio per lavorare in maniera multifattoriale e multidisciplinare a questo tema, riunendo circa 19 società scientifiche tra cui appunto la Simit” precisa Pitrelli “ma anche altre sigle come quelle della farmacologia, della farmacia ospedaliera, della medicina interna, della medicina di base o della medicina pediatrica o piuttosto dell’igiene, proprio per lavorare a delle raccomandazioni a un contrasto efficace all’antibiotico-resistenza”.
“Queste raccomandazioni si sono concentrate sostanzialmente su tre temi” chiarisce l’esperto di Farmindustria. “Uno è quello della prevenzione vaccinale: oggi esistono vaccini efficaci e sicuri che contrastano e prevengono sia le infezioni virali che le infezioni batteriche, quindi hanno un effetto diretto e indiretto sulla riduzione al fenomeno della antimicrobico resistenza. Un altro tema che si è affrontato ovviamente è quello della stewardship, in questo caso quello di assicurare l’uso appropriato di questi antibiotici, che passa attraverso la formazione del personale sanitario in ospedale e sul territorio e il potenziamento della rete microbiologica. Ha un approccio più diffuso e uniforme di quelli che oggi sono gli strumenti di diagnosi, non solo tradizionali in termini di antibiogramma, ma anche di microbiologia rapida che permettono di avere informazioni anticipate sulla tipologia di infezioni, in particolare sulla tipologia di meccanismo di resistenza. E quindi” spiega Pitrelli “di iniziare la terapia in maniera precoce, ma appropriata, aumentando naturalmente l’opportunità di sopravvivenza di questi pazienti, soprattutto quando parliamo di infezioni ospedaliere”.
Ma c’è un altro aspetto centrale che secondo Petrelli non può essere dimenticato, se si vogliono porre le aziende nella condizione di assicurare un impegno costante sempre maggiore nella ricerca e sviluppo di questi farmaci: si tratta della governance e dell’accesso ai farmaci. “Occorre che le aziende ricevano degli incentivi o comunque un sostegno quando questi antibiotici finalmente riescono a arrivare alla pratica clinica” suggerisce il rappresentante Farmindustria. Per scendere sul pratico con un esempio, Petrelli spiega ch, per quanto riguarda il processo di prezzo-rimborso, “bisognerebbe avere un approccio dedicato che tenga conto delle specificità di nuovi farmaci antibiotici. E poi degli incentivi veri e propri di natura finanziaria che, abbiamo visto in passato soprattutto su alcune aree terapeutiche che continuano ad essere oggi di nicchia, come può essere il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, hanno funzionato nel rendere sempre costante lo sforzo dell’industria nella ricerca”.