Roma, 7 settembre – Un team internazionale composto da ricercatori delle università di San Diego (California, USA) e Adelaide (Australia), pubblicato nello scorso mese di agosto su Science, ha “ingegnerizzato” batteri in grado di rilevare il Dna mutato rilasciato dalle cellule tumorali del colon-retto, aprendo la porta a un rilevamento più rapido della malattia.
Il team ha lavorato su un batterio chiamato Acinetobacter baylyi (A. baylyi), noto per la sua capacità di campionare e integrare il Dna dal suo ambiente. I ricercatori hanno sfruttato questa competenza naturale per rilevare il gene Kras mutato, un importante fattore scatenante del cancro del colon-retto. La tecnologia utilizzata è stata denominata Catch, in inglese “cattura”, ma anche acronimo acronimo che sta per Cellular Assay of Targeted CRISPR-discriminated Horizontal gene transfer.
“Catch ha il potenziale per individuare precocemente il cancro intestinale con l’obiettivo di e
vitare che più persone muoiano a causa di questo e di altri tumori” afferma Susan Woods della Adelaide Medical School della università di Adelaide
, componente del team di ricerca (nella foto). “Questo studio dimostra come i batteri possano essere progettati come biosensori per rilevare sequenze specifiche di Dna per diagnosticare malattie in luoghi difficili da raggiungere. Catch ha il potenziale per individuare precocemente il cancro intestinale con l’obiettivo di evitare che più persone muoiano a causa di questo e di altri tumori”.
Il gruppo di ricerca ha testato la funzionalità dei biosensori e ha scoperto che i batteri sensori erano accurati al 100% nel distinguere tra modelli pre-clinici con e senza cancro del colon-retto.
“Siamo stati entusiasti di vedere il trasferimento del Dna dal tumore ai batteri sensori. Ciò dimostra che il nostro sistema di biosensori può essere utilizzato per catturare il Dna del cancro del colon-retto all’interno di un ecosistema complesso” ha aggiunto ancora Woods.
Le potenziali applicazioni della tecnologia vanno però oltre il cancro, spiega un altro dei ricercatori australiani del team, Dan Worthley: “In futuro individueremo e preverremo molte malattie, compreso il cancro intestinale, con le cellule, non con i farmaci. Ci auguriamo che questa scoperta sia utile a medici, scienziati e ingegneri per aiutare la comunità ovunque e in qualsiasi momento”.
Sebbene siano necessari ulteriori studi prima di passare agli studi clinici, la ricerca rappresenta un progresso significativo nel campo della diagnostica vivente e pone le basi per la fornitura tempestiva e accurata di trattamenti mirati, autorizzando grandi speranze per il futuro.