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martedì 10 Dicembre 2024
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BMJ Oncology, aumento dei nuovi casi di cancro nei giovani del 79% negli ultimi 30 anni

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Roma, 8 settembre – Secondo una ricerca che ha coinvolto ricercatori di diversi Paesi (Cina, USA, Svezia, UK e Grecia), pubblicata lo scorso 5 settembre sulla rivista  BMJ Oncology, negli ultimi tre decenni (1990-2019) si è registrato un sorprendente aumento del 79% di nuovi casi di cancro sotto i 50 anni in tutto il mondo.

Il cancro al seno ha rappresentato il maggior numero di casi a “esordio precoce” in questa fascia di età nel 2019. Ma i tumori della trachea (naso-faringe) e della prostata sono aumentati più rapidamente dal 1990, rivela l’analisi. I tumori che hanno causato il maggior numero di morti e hanno compromesso maggiormente la salute tra i giovani adulti nel 2019 sono stati quelli del seno, della trachea, del polmone, dell’intestino e dello stomaco.

I risultati ribaltano l’opinione diffusa sui tipi di cancro che colpiscono tipicamente le persone sotto i 50 anni, suggerisce un editoriale collegato.

Anche se il cancro tende a essere più comune nelle persone anziane, l’evidenza suggerisce che i casi tra i giovani sotto i 50 anni sono in aumento in molte parti del mondo a partire dagli anni ’90. Ma la maggior parte di questi studi si sono concentrati sulle differenze regionali e nazionali; e pochi hanno esaminato la questione da una prospettiva globale o i fattori di rischio per i giovani adulti, affermano i ricercatori.

Nel tentativo di colmare queste lacune di conoscenza, hanno attinto ai dati dello studio Global Burden of Disease 2019 per 29 tumori in 204 Paesi e regioni.

I ricercatori hanno esaminato l’incidenza (nuovi casi), i decessi, le conseguenze sulla salute (anni di vita corretti per la disabilità o DALY) e i fattori di rischio contributivi per tutti coloro di età compresa tra 14 e 49 anni per stimare la variazione percentuale annuale tra il 1990 e il 2019.

Nel 2019 le nuove diagnosi di cancro tra gli under 50 sono state complessivamente 1,82 milioni, con un incremento del 79% rispetto al dato del 1990. Nel complesso, il cancro al seno ha rappresentato il maggior numero di questi casi e dei decessi associati, rispettivamente 13,7 e 3,5/100.000 della popolazione mondiale.

Ma i nuovi casi di cancro alla trachea e alla prostata a esordio precoce sono aumentati più rapidamente tra il 1990 e il 2019, con variazioni percentuali annuali stimate rispettivamente del 2,28% e del 2,23%. All’estremità opposta dello spettro, il cancro al fegato a esordio precoce è diminuito di circa il 2,88% ogni anno.

Più di un milione (1,06) di persone sotto i 50 anni sono morte di cancro nel 2019, con un aumento di poco meno del 28% rispetto al dato del 1990. Dopo il cancro al seno, i tumori che hanno causato il maggior numero di morti e conseguenti problemi di salute sono stati quelli della trachea, del polmone, dello stomaco e dell’intestino, con l’aumento più marcato di decessi tra le persone con cancro ai reni o alle ovaie.

I tassi più elevati di tumori a esordio precoce nel 2019 si sono verificati in Nord America, Australasia ed Europa occidentale. Ma sono stati colpiti anche i Paesi a reddito medio-basso, con i tassi di mortalità più alti tra gli under 50 in Oceania, Europa orientale e Asia centrale.

E nei Paesi a reddito medio-basso, il cancro a esordio precoce ha avuto un impatto molto maggiore sulle donne che sugli uomini, sia in termini di decessi che di conseguenti problemi di salute.

Sulla base delle tendenze osservate negli ultimi tre decenni, i ricercatori stimano che il numero globale di nuovi casi di cancro a esordio precoce e di decessi associati aumenterà rispettivamente di un ulteriore 31% e 21% nel 2030, con i quarantenni che saranno i più a rischio.

È probabile che i fattori genetici abbiano un ruolo, affermano i ricercatori. Ma diete ricche di carne rossa e sale e povere di frutta e latte, consumo di alcol e l’uso del tabacco sono i principali fattori di rischio alla base dei tumori più comuni tra gli under 50, insieme all’inattività fisica, all’eccesso di peso e all’alto livello di zucchero nel sangue, indicano i dati.

I ricercatori riconoscono vari limiti ai loro risultati: principalmente, suggeriscono che la qualità variabile dei dati dei registri dei tumori nei diversi Paesi potrebbe aver portato a sotto-segnalazioni e sotto-diagnosi. E – aggiungono- non è ancora chiaro in che misura lo screening e l’esposizione nei primi anni di vita a fattori ambientali possano influenzare le tendenze osservate.

Ma, sottolineano i medici del Centro per la sanità pubblica della Queen’s University di Belfast, in un editoriale collegato: “I risultati… sfidano la percezione del tipo di cancro diagnosticato nei gruppi di età più giovani. La piena comprensione delle ragioni che guidano le tendenze osservate rimane sfuggente, anche se i fattori legati allo stile di vita probabilmente contribuiscono e si stanno esplorando nuove aree di ricerca come l’uso di antibiotici, il microbioma intestinale, l’inquinamento dell’aria esterna e le esposizioni nei primi anni di vita. Sono urgentemente necessarie misure di prevenzione e diagnosi precoce, insieme all’identificazione di strategie di trattamento ottimali per i tumori a esordio precoce, che dovrebbero includere un approccio olistico che affronti le esigenze specifiche di terapia di supporto dei pazienti più giovani”. 

E aggiungono: “C’è un urgente bisogno di partenariato, collaborazione e distribuzione delle risorse a livello globale per raggiungere questi obiettivi”.

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