Roma, 11 settembre – I tamponi per verificare le infezioni da Sars CoV 2 non sono più obbligatori per gli asintomatici in ingresso in ospedale, sia nei pronto soccorso, sia nei reparti dove sono ricoverati pazienti fragili. Sono però raccomandati in caso di pazienti sintomatici (o che dichiarino di aver avuto contatti stretti con positivi nei cinque giorni precedenti), anche per la ricerca di altri virus (influenzali A e B, VRS, Adenovirus, Bocavirus, Coronavirus umani diversi da SARS CoV 2, Metapneumovirus, virus Parainfluenzali, Rhinovirus, Enterovirus). Inoltre, i test vanno sollecitati anche per chi entra nelle residenze sanitarie per anziani (Rsa). Queste, in sintesi, le disposizioni contenute in una circolare del ministero della Salute emanata per mettere ordine e uniformare i comportamenti (oggi piuttosto discordanti) ai quali attenersi nelle varie strutture sanitarie.
“L’attuale andamento clinico-epidemiologico non desta allarme, ma richiede attenzione e misure di prudenza” afferma il direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia (nella foto), in una dichiarazione che correda l’ultimo bollettino settimanale sulla situazione epidemiologica da Covid 19 (relativo al periodo 31 agosto – 6 settembre). “Il ministero, nell’interesse primario della tutela dei cittadini più fragili, si muove in una duplice direzione: da una parte misure di protezione e prevenzione per la tutela e sicurezza sia dei pazienti che degli operatori e dall’altra” sottolinea Vaia “predisposizione di una campagna di vaccinazione annuale che punti a proteggere coloro che in passato sono stati più colpiti da Covid: anziani, fragili, immuno-compromessi“.
La nuova circolare, che contiene appunto indicazioni per l’esecuzione di test diagnostici per Sars CoV 2 e misure di protezione e prevenzione per l’accesso alle strutture sanitarie, residenziali sanitarie e socio-sanitarie, è stata redatta dopo “un’attenta valutazione dell’attuale andamento clinico-epidemiologico, con l’obiettivo prioritario di tutelare i cittadini, soprattutto quelli più fragili”, si preoccupa di ribadire il direttore del dipartimento di prevenzione. Resta confermata la possibilità per i direttori degli ospedali di prevedere regole più restrittive. Sull’uso delle mascherine nelle strutture sanitarie invece il consiglio è sempre quello di indossarle nei reparti dove sono in cura persone vulnerabili.
La Federazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi ricorda come a fare da apripista alla nuova circolare ministeriale sia stata la Regione Lombardia, che è andata anche oltre, reintroducendo la raccomandazione di mascherine negli ospedali. Per la Federazione degli specialisti, in ogni caso, si tratta di “un provvedimento che contribuisce a tutelare dal Covid 19 i pazienti fragili ricoverati o seguiti nei nosocomi”.