Roma, 14 settembre – Il virus respiratorio sinciziale (Rsv) “è più pericoloso del Covid, ha avuto una recrudescenza in Australia nel loro inverno. E anche in Usa ha destato allarme”.
Ad affermarlo è stato il virologo Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, durante l’iniziativa per la presentazione di ‘Aifa Incontra’ (vedi articolo qui). Un’affermazione, quella di Palù, in linea con quanto dichiarato nei giorni scorsi a fronte del moltiplicarsi degli allarmi per la ripresa dei contagi da Sars CoV 2, che a suo giudizio non deve destare troppa preoccupazione: “I casi di Covid aumentano e forse aumenteranno ancora, sono comunque forme lievi, ma non crescono i ricoveri in ospedale” aveva osservato al riguardo l’esperto in un’intervista al Corriere della Sera. I il virus “è sempre meno virulento. Provoca febbre, mal di gola, raffreddore. Non polmonite. Si ferma alle vie respiratorie superiori”. Ma per Palù va anche considerato che “c’è una relazione inversa tra contagiosità e mortalità: il virus non può permettersi oggi di essere più patogeno perché equivarrebbe all’estinzione. Il Sars CoV 2 ha avuto bisogno di adattarsi all’uomo e diventare endemico. Quindi, finiamola di mettere paura alla gente”.
In questa cornice, ad avviso di Palù, è forse il caso di preoccuparsi di più del Rsv, a proposito del quale – rispondendo a una domanda della società scientifica dei pediatri sull’eventualità che l’Aifa acceleri sull’approvazione in Italia, dopo il via libera in Usa, del primo anticorpo monoclonale (sviluppato da Sanofi) per la prevenzione della malattia da virus sinciziale nei neonati – il presidente dell’agenzia regolatoria nazionale ha poi confermato che che “c’è una fase di trattativa con l’agenzia”.