Roma, 15 settembre – Count down per l’approvazione da parte dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, del nuovo vaccino anti-Covid di Moderna aggiornato alla variante XBB.1.5 (Kraken), dopo aver approvato – prima autorità regolatoria fra tutte – quello di Pfizer-BioNTech basato sempre sulla variante Kraken di Sars-CoV-2. Il parere, secondo quanto dichiara ad AdnKronos Salute Marco Cavaleri (nella foto), responsabile della sezione Rischi sanitari e Strategie vaccinali’ dell’Ema e a capo della Task force emergenze. sarà espresso “questa settimana”.
Si procede dunque come da programma (l’ok era atteso entro metà settembre), mentre si avvicina nei vari Paesi dell’Unione l’avvio delle campagne dei richiami autunno-inverno. L’ormai prossimo arrivo delle scorte dei nuovi vaccini genera ovviamente una serie di legittimi interrogativi su come muoversi: è il caso di correre subito a farli o è meglio aspettare di poter fare insieme nuovi vaccini Covid e antinfluenzale? E che vantaggi hanno i nuovi prodotti? A quest’ultimo quesito risponde quanto già evidenziato da tutte le autorità internazionali: il vaccino adattato nella versione in arrivo (mirato alla famiglia XBB) protegge meglio dalle varianti attualmente in circolazione nel mondo. “Il vaccino nuovo è la scelta migliore” conferma Cavaleri. “E si può fare insieme al vaccino antinfluenzale”, una via che diversi Paesi hanno annunciato che percorreranno.
“Per chi ha un alto rischio, è lecito considerare l’opzione di anticipare la vaccinazione Covid. Il vaccino nuovo è la scelta migliore, ma non toglie che anche il bivalente dovrebbe rimanere efficace nel prevenire malattia grave”, conclude sul punto l’esperto dell’Ema, ribadendo l’importanza per le persone fragili e ad alto rischio di proteggersi tempestivamente.
Cavaleri, al riguardo, ha ricordato la linea tracciata da Ema ed Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che hanno raccomandato di “focalizzare le campagne vaccinali su anziani, persone dai 6 mesi di età con patologie che aumentano il rischio di Covid grave, donne incinte, operatori sanitari e individui che vivono in prossimità di soggetti vulnerabili. Considerando come sono andate le campagne vaccinali l’anno scorso, è bene focalizzarsi dove l’impatto è maggiore, ovvero chi rischia di più di essere ospedalizzato”.
Guardando alla scelta operata oltreoceano dai Cdc statunitensi, che hanno raccomandato a tutti gli americani dai 6 mesi d’età di fare un vaccino anti-Covid aggiornato, l’esperto dell’Ema spiega il senso della linea più mirata sposata dall’Europa: concentrare gli sforzi sulle persone che risultano essere più a rischio.
Intanto, si vigila sull’andamento di Covid nell’area Ue: “Il monitoraggio è in corso – conferma Cavaleri – Ci sono segni di salita dei casi in alcuni Paesi, ma è presto per dire”.