Roma, 21 settembre – L’infezione da coronavirus “corre di nuovo e colpisce fragili e over 80”. A dare l’allarme è un report della Fondazione Gimbe, che fornisce dati preoccupanti: in quattro settimane, “i contagi salgono da 5.889 a 30.777 e i ricoveri in area medica sono più che triplicati”, passando da 697 a 2.378.
Secondo Gimbe sarebbe dunque “necessario avviare subito la campagna vaccinale per prevenire il sovraccarico delle strutture sanitarie”. Perché il vero rischio, spiega Gimbe in una nota, “è la tenuta della sanità pubblica, oggi profondamente indebolita”.
L’ultimo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe è riferito alla settimana dal 7 al 13 settembre e i risultati, a confronto con quelli della settimana 10-16 agosto, confermano che il virus ha rialzato la testa, pur non facendo per fortuna registrare valori assoluti elevati.
Il tasso di positività dei tamponi passa dal 6,4% al 14,9%, la media mobile a 7 giorni da 841 casi giornalieri è salita a 4.397, l’incidenza da 6 casi per 100mila abitanti (settimana 6-12 luglio) ha raggiunto 52 casi per 100mila abitanti (tra le Regioni si passa dai 14 casi della Basilicata agli 83 del Veneto).
Si tratta di numeri bassi, riconosce il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta (nella foto) “ma anche ampiamente sottostimati rispetto al reale impatto della circolazione virale perché il sistema di monitoraggio, in particolare dopo l’abrogazione dell’obbligo di isolamento per i soggetti positivi con il dl 105/2023, di fatto poggia in larga misura su base volontaria.
Infatti, da un lato la prescrizione di tamponi nelle persone con sintomi respiratori è ormai residuale, dall’altro con l’ampio uso dei test antigenici fai-da-te la positività viene comunicata solo occasionalmente ai servizi epidemiologici”.
Non sono elevati anche i numeri sui ricoveri e sui decessi nella settimana presa in considerazione, pur triplicando i primi a 2.378 unità e più che raddoppiati i secondi a 99. Se poi, spiega Cartabellotta “in terapia intensiva i numeri sono veramente esigui dimostrando che oggi l’infezione da Sars CoV 2 solo raramente determina quadri severi, l’incremento dei posti letto occupati in area medica conferma che nelle persone anziane, fragili e con patologie multiple può aggravare lo stato di salute richiedendo ospedalizzazione e/o peggiorando la prognosi delle malattie concomitanti”.
Questo perché il tasso di ospedalizzazione in area medica cresce con l’aumentare dell’età: in particolare, passa da 17 per milione di abitanti nella fascia 60-69 anni a 37 per milione di abitanti nella fascia 70-79 anni, a 97 per milione di abitanti nella fascia 80-89 anni e a 145 per milione di abitanti negli over 90.