Roma, 21 settembre – I dati dell’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità (Iss) registrano un significativo aumento dei casi di Dengue in Italia. Ne sono stati rilevati 165 in totale, con il Lazio che ha visto salire i contagi, cresciuti a 28, e la Lombardia già a 50.
“Siamo preoccupati” spiega all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma (nella foto). “L’aumento dei casi Dengue, soprattutto nel Lazio e a Roma, dimostra come il movimento delle persone con i viaggi porti a importare contagi perché le persone arrivano con il virus. Soprattutto sulla Dengue, è importante che i medici di famiglia vigilino se pazienti hanno una febbre alta e strana, con forti dolori e rash cutanei. Devono imparare a riconoscerla, entrando nell’ottica che malattie come la Chikungunya, la West Nile, la Dengue sono ormai endemiche anche in Italia, un problema sanitario importante, visto che in alcuni casi possono anche essere malattie mortali”.
“Roma è una meta turistica” prosegue l’infettivologo “con milioni di persone che vi transitano, quindi è alta la possibilità che arrivino anche soggetti che portano il virus e danno il via all’instaurarsi di un focolaio autoctono che è molto semplice, visto che la zanzara Aedes è presente anche qui da noi, punge una persona con la Dengue e poi la trasmette ad un altro soggetto”.
L’arrivo dell’autunno potrebbe però invertire la tendenza, perché – spiega Andreoni – “le Aedes, rispetto ad altre, sono più sensibili agli sbalzi termici”.
La malattia da virus Dengue ha “un impegno generale molto importante, febbre alta, dolori osteo-articolari e anche un impegno respiratorio” avverte Andreoni. “Per avere la certezza di avere la Dengue serve un esame del sangue specifico, un test diagnostico riservato a centri qualificati. Ma la stranezza della malattia deve richiamare l’attenzione del medico di famiglia. Capisco che in passato questa tipologia di malattie esotiche lontane da noi non venisse approfondita durante il percorso universitario, ma oggi sono qui e diventeranno sempre più comuni”.