Roma, 21 settembre – Francesco Trotta e Aurora Di Filippo (nelle foto qui sotto), dirigenti dell’Ufficio monitoraggio della spesa farmaceutica e rapporti con le Regioni dell’Aifa, hanno proposto su Sanità24, la testata specializzata in sanità de Il Sole 24 Ore, riflessioni e considerazioni (che, chiariscono, sono personali e non devono essere intese come rappresentative dell’istituzione sulla spesa farmaceutica pubblica nel nostro Paese.monitoraggio della spesa farmaceutica e rapporti con le Regioni dell’Aifa, hanno proposto su Sanità24, la testata specializzata in sanità de Il Sole 24 Ore, riflessioni e considerazioni sulla spesa farmaceutica pubblica nel nostro Paese (che, chiariscono, sono personali e non devono essere intese come rappresentative dell’istituzione).
Ci sembra opportuno segnalare il loro contributo, pubblicato il 19 settembre, e riproporne i contenuti ai lettori che non avessero avuto occasione di leggerlo. I due esperti dell’Aifa, da un punto di osservazione privilegiato che consente loro una profonda conoscenza del tema, riassumono la dimensione “bipartita” della quota parte di Fondo sanitario nazionale (Fsn) dedicata alla spesa farmaceutica, che nel 2023 assorbe il 15,15% del totale, percentuale suddivisa tra la spesa convenzionata (7%, quota che rappresenta il cosiddetto tetto della convenzionata) e la spesa destinata agli acquisti diretti (8,15%, tetto degli acquisti diretti). Vi è inoltre un ulteriore fondo aggiuntivo con una dotazione di 1,2 miliardi, destinato ai farmaci innovativi (in caso di farmaci con più indicazioni l’accesso al fondo è riservato solo alle indicazioni innovative).
Di Filippo e Trotta ricordano che, per le norme vigenti, i due tetti nazionali non sono “comunicanti”: eventuali risorse non spese dalla convenzionata non possono dunque essere utilizzate per compensare un eventuale sfondamento della spesa dagli acquisti diretti. Il vincolo finisce per diventare un laccio paradossale: se uno dei due tetti non supera il tetto assegnatogli si finisce per non disporre più del totale delle risorse (il 15,15% del Fsn prima ricordato) destinate alla posta di spesa farmaceutica.
“La suddivisione dei comparti di spesa farmaceutica è stata riformata nel 2017” ricordano Trotta e Di Filippo, “Da allora si è sempre registrato avanzo di risorse non spese nel canale della convenzionata e sfondamento del tetto nel canale degli acquisti diretti, con conseguente attivazione della procedura di ripiano dello sfondamento (c.d. payback farmaceutico)”.
I due esperti fanno parlare le cifre: nel 2022 si è registrato un avanzo di risorse non spese nella convenzionata di 706 milioni e uno sfondamento degli acquisti diretti di oltre 2,5 miliardi di euro. La spesa convenzionata è praticamente stabile (ultimi tre anni), mentre gli acquisti diretti continuano a far registrare variazioni positive anno su anno (il tasso medio di crescita annuale è di +5,8%, ultimi 3 anni). Lo sfondamento degli acquisti diretti è stabile (tasso medio di crescita ultimi 3 anni pari a -0,5%) mentre l’avanzo delle risorse non spese nel canale della convenzionata registra un tasso medio di crescita pari a +11,4%.
Per adeguare i tetti ai fabbisogni reali, che vedono l’arrivo di nuovi farmaci utilizzabili prevalentemente in ospedale o sotto diretto controllo specialistico, dal 2017 al 2021 le rispettive percentuali dei tetti sono state progressivamente (e annualmente) rimodulate, determinando una riduzione del tetto della convenzionata a favore di un aumento del tetto degli acquisiti diretti. Ancora, a partire dal 2022 e fino al 2024 è previsto un aumento complessivo del tetto degli acquisiti diretti che dall’8% arriverà nel 2024 all’8,30%. A usufruire dell’incremento, però, saranno solo le aziende farmaceutiche in regola con i pagamenti del ripiano dello sfondamento del triennio 2019-2021.
“Se si considera il solo aumento assoluto delle risorse, l’incremento del Fsn di quasi 13 miliardi dal 2017 al 2022 ha determinato per l’assistenza farmaceutica un aumento delle risorse di circa 912 milioni di euro negli acquisti diretti (le risorse della convenzionata si sono ridotte di circa 184 milioni di euro)” scrivono ancora Di Filippo e Trotta. “A tutto ciò va ad aggiungersi l’aumento del Fsn programmato per il triennio 2023-2025 di altri 5,3 miliardi che per la farmaceutica equivalgono 804 milioni, di cui 431 milioni di euro per gli acquisti diretti e 373 per la convenzionata”.
L’articolo dei due dirigenti Aifa fa osservare che, combinando insieme le due variabili (rimodulazione/aumento tetti e aumento Fsn) dal 2017al 2022, emerge che il finanziamento dell’assistenza farmaceutica è stato aumentato di circa 2,1 miliardi di euro cui vanno ad aggiungersi altri 1,2 miliardi di euro per il triennio 2023-2025. In poco meno di un decennio per l’assistenza farmaceutica sono state stanziate risorse aggiuntive per oltre 3,3 miliardi (+19,6%). Infine, anche il finanziamento del “fondo innovativi” (che, va ricordato, è extra-tetto) è stato incrementato e arriverà, nel 2024 a 1,3 miliardi.
In buona sostanza, negli ultimi 3 anni (2020-2022), la spesa farmaceutica per acquisti diretti è cresciuta mediamente di 6 punti percentuali annui, a fronte di un’inflazione media del +3,3% annuo; tuttavia, le risorse stanziate per la spesa farmaceutica sono state incrementate mediamente nel triennio di oltre il 7% annuo (+15% nel biennio 2020- 2021).
In conclusione, l’articolo sposta l’asse di osservazione dalla disanima del flusso dei finanziamenti degli ultimi anni a quel che si prevede nel prossimo futuro, che, scrivono Trotta e Di Filippo, vedrà la spesa farmaceutica continuerà a crescere, coerentemente con l’aumento delle risorse stanziate.
E qui i due esperti indicano le possibili vie per una corretta e sostenibile gestione delle dinamiche della spesa per farmaci: “Appropriatezza prescrittiva, riqualificazione della spesa e programmazione degli acquisti sul territorio sono necessarie per garantire margini accettabili di incremento della spesa, garantendo al contempo l’unitarietà dell’assistenza farmaceutica” scrivono Di Filippo e Trotta, per concludere affermando che l’utilizzo complessivo di tutte le risorse messe a disposizione per la farmaceutica “è un tema da approfondire per garantire la stabilità economica complessiva. In questo modo si contribuirebbe a mantenere invariato (se non addirittura ridotto) lo sfondamento della spesa degli acquisti diretti”.