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venerdì 1 Dicembre 2023
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Francia, farmacisti vaccinatori anche in Rsa e a domicilio, le proteste di medici e infermieri

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Roma, 24 ottobre –  Ladri di lavoro altrui. Questa, sintetizzando all’estremo, l’accusa che il Syndicat national des infirmiers et infirmières libéraux (Sniil)  e il Syndicat des médecins libéraux (Sml) muovono ai farmacisti, reagendo a un comunicato diffuso la settimana scorsa dall’Unione dei sindacati dei farmacisti d’officina (Uspo) sulla possibilità per i farmacisti di  somministrare vaccini al di fuori delle mura della farmacia, 

La progressiva acquisizione di crescenti spazi professionali in materia di vaccinazione da parte dei farmacisti ha avuto un’importante accelerazione nel corso dell’estate appena passata: dal 10 agosto scorso, infatti, non è più necessario andare dal medico per farsi poi vaccinare in farmacia, essendo stati i farmacisti francesi autorizzati a prescrivere e somministrare i vaccini previsti dal calendario vaccinale a tutti i soggetti di età superiore agli 11 anni, indipendentemente dal fatto che siano o meno destinatari delle raccomandazioni vaccinali.,

Sulla possibilità di estendere la vaccinazione in farmacia si era già espressa favorevolmente nel 2022 l’Autorità nazionale francese per la salute (Has), la cui indicazione era stata poi recepita, nel dicembre dello stesso anno, nella Legge finanziaria sulla sicurezza sociale, a condizione del superamento di un adeguato corso di aggiornamento e dell’obbligo di dichiarare all’Ordine professionale la propria attività di somministratore o prescrittore di vaccini. Unico divieto, prescrivere e iniettare vaccini vivi attenuati a persone immuno-compromesse. Un significativo passo in avanti, comunque, nell’attribuzione ai farmacisti di deleghe professionali prima riservate ad altri professionisti, medici in testa.

A sollevare le vivaci proteste di infermieri e medici, però, è stato un recente comunicato diffuso dall’Uspo, nel quale il sindacato dei farmacisti ricorda che i farmacisti  “sono ora autorizzati a vaccinare al di fuori della propria farmacia, in particolare per partecipare alla campagna di vaccinazione contro l’Hpv  anche negli Ehpad (il corrispettivo francese delle nostre Rsa, NdR) o a domicilio del paziente” e che il via libera riguarda “tutti i vaccini del programma vaccinale che il farmacista può prescrivere e/o iniettare e la stessa popolazione target, ovvero le persone di età superiore agli undici anni”.

“Come sempre, e soprattutto a partire dalla prima campagna di vaccinazione antinfluenzale, i farmacisti lavoreranno in collaborazione con tutti gli operatori sanitari e rispetteranno le scelte del paziente” prosegue il comunicato dell’Uspo, aggiungendo che per le somministrazioni fuori farmacia il farmacista di comunità è responsabile della sua attività e deve vigilare sul rispetto delle condizioni tecniche e che “valgono le norme attualmente in vigore per la vaccinazione”.  

L’Uspo considera questo ultimo riconoscimento di competenze “un’ulteriore opportunità per vaccinare i pazienti che non possono viaggiare e che non sono già in contatto con un altro operatore sanitario (infermiere, medico, ecc.) e manifesta soddisfazione per il nuovo riconoscimento del Ministero al ruolo del farmacista nella strategia di vaccinazione e prevenzione, senza dimenticare di aggiungere che verrà chiesta “una remunerazione adeguata per questa missione”.

Proprio il fatto che il ministero della Salute francese favorisca la progressiva acquisizione di competenze dei farmacisti in ambito vaccinale è l’elemento che suscita la forte reazione dei sindacati degli altri professionisti sanitari. “Il ministero della Salute vuole seppellire la professione infermieristica liberale? ” si chiede lo Sniil, dicendosi “spaventato” da questa notizia. “Se ora i farmacisti saranno autorizzati a recarsi a domicilio, si creerà una concorrenza che non ha motivo di esistere, per non parlare della perdita di motivazione, giustamente, che ciò causerà tra gli infermieri liberali”, denuncia il sindacato degli infermieri, per il quale vedere i farmacisti vaccinare negli Ehpad è “un’assurdità”.

Ma il bersaglio principale è ancora il ministero, accusato di dividere gli operatori sanitari e di creare “una sorta di competizione” tra di loro.

Di fronte alla  reazione  di infermieri e medici liberali, il presidente dell’Uspo Pierre-Olivier Variot (nella foto) ha subito provato a gettare acqua sul fuoco delle polemiche, spiegando che i farmacisti  non stanno in alcun modo cercando di subentrare nel lavoro degli altri. “Il farmacista vaccinerà fuori dalle mura solo se necessario, se il paziente lo richiede. Se in un territorio la vaccinazione a domicilio viene effettuata da infermieri e i pazienti non hanno bisogno che venga il farmacista, noi non verremo” spiega Variot, precisando di essere ancora in attesa di una risposta da parte del ministero per chiarire le regole fino ad ora un po’ vaghe e impedire ai farmacisti di operare fuori dagli schemi.

“Il farmacista preferirà sempre vaccinare in farmacia e al momento abbiamo abbastanza lavoro per non volerlo aggiungere” assicura il presidente dell’Uspo, che non deve pero difendersi solo dagli attacchi degli infermieri. 

Nel corso delle sue Giornate Annuali, tenutesi a La Rochelle pochi giorni fa,  il Sindacato dei medici liberali ha infatti affrontato l’ampliamento delle competenze dei farmacisti, in particolare in termini di prescrizione. Facendo riferimento alla possibilità di consentire ai farmacisti di prescrivere antibiotici dopo un test rapido di orientamento diagnostico positivo, senza l’intervento del medico, la presidente del Sml , attraverso la sua presidente Sophie Bauer (nella foto) ha lanciato un allarme ai suoi colleghi: Le farmacie non si fermeranno qui”,  ha detto Bauer, secondo la quale i farmacisti puntano ora a farsi carico della prescrizione degli antidolorifici di livello 2 e potrebbero facilmente raggiungere i loro obiettivi perché beneficiano “dell’orecchio attento di certi politici che non capiscono nulla di medicina”.

La presidente della Sml, se tale ambizione venisse confermata, arriva a presagire conseguenze terribili per i pazienti, chiedendosi il perché di questi “strappi”.   A tutti gli effetti pratici” conclude Bauer  “ricordiamo che, sul campo, la collaborazione tra operatori sanitari spesso va molto bene”.

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