Roma, 26 ottobre – Per oltre tre italiani su quattro la sanità deve essere pubblica. E per il 90% deve essere una priorità del Governo nella Finanziaria, con il 37% che ritiene meriti il primo posto.
Sono alcune delle inequivocabili risultanze di una survey condotta dall’Istituto Piepoli per conto della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, presentata in occasione del convegno I 45 anni del Servizio sanitario nazionale, un’eccellenza italiana, che si è concluso due giorni fa a Roma. Per l’indagine sono state effettuate interviste telefoniche e via web su un campione di 1000 persone e su 300 medici.
Questi, nella sintesi dell’Ansa, i dati più significativi che sono emersi: gli italiani tendono in maggioranza a promuovere il Servizio sanitario regionale, ma con grandi differenze territoriali. Al Nord la soddisfazione è del 69%, al Sud e nelle isole del 41%. Quello che è incontrovertibilmente chiaro, per più di tre italiani su quattro (il 76% del campione), è che la sanità deve essere prevalentemente pubblica.
In media, poi, a oggi gli italiani risparmiano il 10% delle proprie entrate per le spese sanitarie, ma tanti (il 23%) vorrebbero ma non riescono a farlo, tanto che circa 3 milioni ammettono che, quando devono usufruire di prestazioni sanitarie a pagamento, rinunciano a curarsi. Sempre più cittadini sono costretti a spostarsi in altre Regioni alla ricerca di centri di eccellenza: il 63% percepisce questo problema con riferimento al proprio territorio, con punte del 79% al Sud e nelle isole. Il 93% vorrebbe perciò un aiuto dallo Stato e oltre 8 persone su 10 vorrebbero un’organizzazione sanitaria che porti l’eccellenza vicino al domicilio.
La qualità dell’assistenza sanitaria è largamente sufficiente (il 67% la reputa soddisfacente) e la sanità è vista come un settore in grado di generare ricchezza, sul quale investire, mentre la gestione dei servizi si ritiene risponda più alle esigenze di bilancio che a quelle di salute.
“Oggi i cittadini chiedono allo Stato e alle Regioni di lavorare insieme” commenta il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli (nella foto) “per superare le diversità di trattamento Nord-Sud, ma anche centro e periferia. La sanità del futuro dovrà essere: pubblica, partecipata, adeguatamente finanziata e con un numero adeguato di professionisti”.