Roma, 10 novembre – Il counterfeiting farmaceutico, locuzione utilizzata per definire il fenomeno della diffusione di medicinali contraffatti, è un crimine (perché di questo si tratta) in continua crescita. La contraffazione prende di mira sia i farmaci generici sia i farmaci branded e continua a espandersi praticamente in tutto il mondo, senza più distinzioni tra Paesi in via di sviluppo e Paesi industrializzati, con gli intuibili conseguenti rischi in termini di impatto sulla pubblica salute. Comprensibile, dunque, che tutte le istituzioni dedicate dedichino al fenomeno la massima attenzione possibile. Al riguardo, merita certamente di essere sottolineato il ruolo svolto (anche a livello internazionale) dall’Italia, che può essere considerata a buon diritto il Paese capofila nel contrasto al fenomeno dei farmaci falsi e rappresenta un punto di riferimento sullo scenario europeo e mondiale, grazie anche a IMPACT Italia, la task-force che riunisce Aifa, ministero della Salute, Istituto superiore di sanità, Carabinieri Nas, Agenzia delle Dogane, ministeri dell’Interno e dello Sviluppo economico e altre amministrazioni via via interessate su singoli progetti mirati.
Proprio la forte collaborazione tra tutte le istituzioni interessate alla lotta alla contraffazione farmaceutica, attraverso IMPACT Italia, ha permesso la realizzazione di numerose iniziative, dalla formazione degli investigatori alle azioni di monitoraggio delle reti illegali, che hanno permesso di conseguire importanti risultati nel contrasto al counterfeiting farmaceutico, che già nel 2016, secondo le stime effettuate da Euipo (l’ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale) e Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) valeva 4,4 miliardi di dollari U. Ma il dato è largamente sottostimato già in radice, perché tiene conto degli scambi internazionali, ma non dei medicinali contraffatti prodotti e consumati entro in confini nazionali.
In ogni caso, l’esplosione del mercato dei farmaci illegali non sarebbe probabilmente stata possibile senza disporre di quella sorta di market place planetario che è il web, come dimostrato da un’altra rilevazione di Ocse ed Euipo, che tra il 2017 e 2019 evidenziarono come all’interno dell’Unione europea, il 72% dei sequestri totali dei farmaci contraffatti era riconducibile a prodotti commercializzati in Rete.
Alla schiera delle molte iniziative assunte dai diversi soggetti (in primo luogo istituzionali, ma non solo) per contrastare il fenomeno della contraffazione dei farmaci si aggiunge ora quella annunciata tre giorni fa dalla Fip, la Federazione internazionale dei farmacisti, ovvero il lancio di uno strumento di autovalutazione dei sistemi normativi nazionali, che nasce per facilitare la rilevazione della presenza di medicinali contraffatti dalla catena di approvvigionamento, ovviamente ai fini della loro eliminazione.
L’iniziativa della Fip, più in dettaglio, si propone di offrire un contributo per sopperire alle carenze legislative in materia di produzione e distribuzione di prodotti medici di cui soffrono molti Paesi, e a quelle situazioni in cui le norme – pur presenti – sono inefficaci perché inapplicate. Laddove venissero individuate lacune legislative tali da impedire od ostacolare un adeguato contrasto al counterfeiting farmaceutico, le sezioni contenute nel documento potrebbero essere utilizzate come guidelines per contrastare l’ingresso dei prodotti medici contraffatti nella catena di approvvigionamento. Ma il documento Fip assume anche la valenza di strumento educativo utilizzabile per sensibilizzare gli stakeholders (professionisti e operatori sanitari e responsabili delle politiche sanitarie) sui gravi rischi per la salute connessi alla circolazione di medicinali e prodotti sanitari contraffatti.
Il tool predisposto dalla Fip è prevalentemente indirizzato ai farmacisti e a soggetti istituzionali come gli uffici competenti dei ministeri della Salute e le agenzie regolatorie governative, ovvero i soggetti che in tutta evidenza possono svolgere un ruolo diretto nel rilevare e prevenire che i prodotti contraffatti raggiungano il pubblico più ampio. Qui di seguito, in calce all’articolo, il documento integrale del documento predisposto dalla Fip.
♦ Fip – Substandard and falsified medical products – Regulatory self-assessment tool