Roma, 14 novembre – La Food and Drug Administration ha approvato – ed è la prima autorità regolatoria a farlo – il primo vaccino al mondo contro la chikungunya, malattia virale trasmessa all’uomo da zanzare infette, caratterizzata da febbre e forti dolori.
Il vaccino, sviluppato dall’azienda biotecnologica francese Valneva, sarà commercializzato con il nome Ixchiq, è stato approvato per le persone di età pari o superiore a 18 anni che – spiega Fda – “corrono un rischio maggiore d’esposizione”.
Dopo un periodo di incubazione di 2-12 giorni – come riporta la scheda su questa arbovirosi disponibile sul sito dell’Iss – chi è colpito dalla malattia manifesta improvvisamente febbre e dolori alle articolazioni tali da limitare i movimenti (da cui deriva il nome chikungunya, che in lingua swahili significa ‘ciò che curva’ o ‘contorce’), ragione per cui i pazienti tendono a rimanere assolutamente immobili e assumere posizioni antalgiche. Altri sintomi includono dolore muscolare, mal di testa, affaticamento e rash cutaneo. Il dolore alle articolazioni è spesso debilitante, generalmente dura alcuni giorni ma può anche prolungarsi per alcune settimane. Inoltre, il virus della chikungunya può causare malattie acute, subacute o croniche.
“Nella maggior parte dei casi i pazienti si riprendono completamente tuttavia, in alcuni casi il dolore alle articolazioni può persistere per mesi o anche anni” si legge ancora nella scheda di Epicentro Iss. “Spesso i sintomi delle persone infette sono lievi e l’infezione può non essere riconosciuta o male-interpretata, soprattutto nelle aree in cui è presente la dengue. Occasionalmente sono state segnalate complicanze oculari, neurologiche, cardiache e gastrointestinali. Raramente si verificano complicanze gravi, tuttavia negli anziani la malattia può essere una concausa di morte”.
I metodi diagnostici dell’infezione sono sierologici e molecolari e, al momento, non esistono trattamenti antivirali specifici e le cure si focalizzano primariamente nell’alleviare i sintomi.
In Italia, secondo gli ultimi dati disponibili del sistema di sorveglianza nazionale integrata delle arbovirosi, dal 1 gennaio al 30 giugno 2023 risultano 4 casi confermati di chikungunya, tutti associati a viaggi all’estero, con un’età mediana di 43 anni, 50% di sesso maschile e nessun decesso.
Con l’approvazione di Fda – alla quale è ragionevole presumere che seguirà tra qualche tempo un’analoga decisione dell’Ema – arriva ora il vaccino contro la malattia. Ed è in ogni caso una buona notizia.