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venerdì 1 Dicembre 2023
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Manovra 2024, Corte dei conti: “Sanità, risorse insufficienti”, rilievi anche su farmaceutica

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Roma, 14 novembre – “La manovra finanziaria per il prossimo triennio si muove all’interno di un sentiero molto stretto in cui devono trovare un difficile equilibrio spinte ed esigenze diverse: rispondere alle difficoltà delle famiglie di fronte alla forte crescita dei prezzi; adeguare gli stipendi pubblici senza innescare una spirale negativa prezzi-salari; rafforzare un sistema dei servizi sanitari, assistenziali ma non solo, provato dall’emergenza pandemica; assicurare una maggiore flessibilità nelle scelte previdenziali; mantenere adeguati ritmi di investimento nel processo di ammodernamento infrastrutturale del Paese. Tutto ciò garantendo il percorso di riequilibrio dei conti e un graduale rientro del rapporto debito Pil”.

Scritto (anzi, detto) e sottoscritto dal presidente della Corte dei Conti Guido Carlino (nella foto) intervenuto ieri dinanzi alle Commissioni bilancio congiunte di Camera e Senato, nell’ambito delle audizioni preliminari all’esame del disegno di legge di bilancio per l’anno finanziario 2024 (qui il testo dell’intervento).

“Tale disegno viene perseguito utilizzando i margini disponibili in un quadro tendenziale che presenta spazi molto contenuti”  ha spiegato Carlino. E se, in coerenza con il programma di governo, le misure proposte – nonostante i vincoli –  “sembrano cogliere risultati di rilievo” in termini di reddito disponibile dei lavoratori, nel processo di consolidamento e di maggiore sostenibilità del sistema previdenziale e finanche nel necessario percorso di semplificazione e di riorganizzazione delle strutture di intervento pubblico, non altrettanto si può dire per quanto riguarda “i problemi che affliggono il nostro sistema di welfare, le necessità di rafforzare la spinta al processo di ammodernamento della dotazione infrastrutturale e la crescita degli investimenti”. Snodi cruciali che, per i già ricordati vincoli alla manovra, a giudizio della magistratura contabile hanno avuto risposte parziali e non sufficienti  in termini di nuove risorse.
L’equilibrio tra i diversi fabbisogni prefigurato dalla manovra finanziaria appare insomma precario e molto esposto alle intemperie di una congiuntura economica e sociale difficile e al conseguente pericolo di non riuscire a mantenere la qualità dei servizi offerti, “rischiando di vanificare, specie nel caso delle fasce più deboli della popolazione, il beneficio monetario” che la stessa manovra predisposta dal Governo si propone di dare.

Per la Corte dei conti la manovra è “complessivamente poco incisiva sotto il profilo di nuovi interventi a favore degli investimenti pubblici a portata generale”, ma con un “forte sbilanciamento verso misure mirate a sostenere progetti specifici, primo fra tutti per peso finanziario, il Ponte sullo Stretto, seguito da una serie di altri interventi minori, con impatti limitati sul sistema economico per via della spiccata localizzazione”. Dunque “le prospettive di crescita del Paese appaiono rimesse fondamentalmente alla tempestiva e completa attuazione dei progetti inclusi nel Pnrr, non risaltando dalla nuova programmazione di bilancio misure di stimolo altrettanto innovative e in grado di competere” con il piano.

E per quanto riguarda il capitolo sanità, di più diretto interesse per il nostro giornale, la Corte dei conti rileva che le risorse destinate sono “certamente rilevanti” ma “non sufficienti a invertire il profilo riflessivo” del settore.  L’analisi a 360° dei magistrati contabili si estende ovviamente anche alle misure previste per la farmaceutica, la prima delle quali –  la ridefinizione dei tetti di spesa, con il limite per gli acquisti diretti elevato all’8,5% del Fsn e quello per la spesa convenzionata ridotto per contro al 6,8% – rischia di comportare, ove permanessero (come appare probabile) gli attuali trend di spesa e le forti differenze nei consumi tra Regioni e aree del Paese, addirittura costi aggiuntivi significativi, in ragione degli effetti indotti sugli attuali “equilibri” del meccanismo del payback. Andrebbe poi meglio considerata, nel processo di revisione del sistema, la vexata quaestio del riassorbimento del contenzioso e il monitoraggio del rispetto degli obblighi di copertura degli importi dovuti dalle aziende farmaceutiche e da quelle di dispositivi medici che continuano a presentare “sfondamenti” di rilievo. In merito a  questo aspetto, la Corte sottolinea l’importanza di condizionare l’aggiornamento dei tetti all’integrale pagamento, da parte delle aziende farmaceutiche, degli oneri per il ripiano della spesa eccedente il tetto sfondamenti degli esercizi passati.

Anche la modifica prevista dall’art. 45 della legge di bilancio 2024 concernente la modifica delle modalità di distribuzione dei medicinali non è risparmiata dai rilievi critici dei magistrati contabili. Il primo è, per così dire, di metodo: la relazione tecnica fa riferimento a una valutazione condotta dal ministero della Salute con la collabora<zione di Aifa della quale non vengono però resi noti i dettagli. Il nuovo sistema di remunerazione prefigurato dalla manovra del prossimo anno prevede la corresponsione per ciascuna confezione venduta di una quota percentuale (il 6 per cento del prezzo) e di una quota fissa che varia in relazione al prezzo, con l’aggiunta di ulteriori quote nel caso di vendite di farmaci inseriti nelle liste di trasparenza e/o in funzione del fatturato registrato verso il Ssn. Per contro, vengono soppressi gli sconti previsti finora a carico delle farmacie, che nel 2022 avevano consentito di abbattere il costo per il sistema sanitario di circa 540 milioni. L’incremento dei margini per le farmacie aumenterebbe, secondo la relazione tecnica, di 227 milioni, e sarebbe quindi inferiore – osserva la Corte –  all’importo degli sconti finora corrisposti. Il che, argomentano ancora i magistrati contabili, fa desumere che al nuovo sistema di remunerazione si accompagna una riduzione dell’importo medio finora corrisposto per confezione. Ultima osservazione: al netto della remunerazione aggiuntiva prevista dalla legge 197/2022, la maggiore spesa a carico del Ssn è stimata in 77 milioni annui (53 milioni per il 2024).

 

Audizione della Corte dei conti sul Disegno di legge di Bilancio 2024

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