Roma, 21 novembre – Il consumo di antimicrobici negli animali “ha raggiunto il livello più basso mai registrato in Europa”. A segnalarlo è una nota diramata dall’Ema, l’agenzia regolatoria della Ue. I Paesi dell’area, spiega l’agenzia dei farmaci europea, hanno sostanzialmente ridotto le vendite di antibiotici veterinari, il che si traduce in un minor rischio che i batteri diventino resistenti nelle persone e negli animali. Secondo i dati di 25 Paesi, le vendite complessive di antibiotici veterinari sono infatti crollate “del 53% tra il 2011 e il 2022, raggiungendo il livello più basso mai registrato”, circostanza che rappresenta uno dei risultati chiave del 13°o rapporto annuale sulla sorveglianza europea del consumo veterinario di antimicrobici (Esvac).
Nello stesso periodo, sono diminuite notevolmente le vendite per uso veterinario di classi di antibiotici considerati di fondamentale importanza nella medicina umana: le vendite di cefalosporine di terza e quarta generazione sono diminuite del 49%, quelle di polimixine dell’81%, i fluorochinoloni sono calati del 25% e le vendite di altri chinoloni sono crollate del 90%. Sebbene tutti gli antibiotici debbano essere utilizzati con prudenza e responsabilità per preservarne l’efficacia, questo consumo oculato è di particolare importanza per questi antibiotici nello specifico per ridurre il potenziale rischio per la salute pubblica, come indicato nella categorizzazione del pool di esperti dell’Antimicrobial Advice ad hoc Expert Group (Ameg).
“La raccolta di dati sulle vendite di antimicrobici veterinari è stata fondamentale nel definire iniziative politiche, valutare l’impatto delle misure attuali e fissare obiettivi che aiutano ad affrontare l’emergere della resistenza antimicrobica” ha affermato Ivo Claassen, capo della divisione medicinali veterinari dell’Ema.
L’agenzia monitora queste vendite in Europa attraverso il progetto Esvac dal 2009, quando 9 Paesi si sono offerti volontari per fornire dati sulle vendite di antimicrobici veterinari. Il numero dei partecipanti è più che triplicato dall’inizio e nel 2022 erano ormai 31 i Paesi europei che stavano lavorando insieme a questo progetto. Il progetto si concluderà nel 2023 e l’Ema pubblicherà l’ultimo rapporto Esvac con i dati del 2022. Perché questo tipo di attività è stato integrato nella legislazione Ue, rendendo la raccolta dei dati obbligatoria per tutti i Paesi dell’Unione, non solo per le vendite di antimicrobici veterinari ma nei prossimi anni anche per l’uso degli antimicrobici negli animali. Il primo report con i dati di vendita e utilizzo del 2023 sarà pubblicato nel 2025.
L’ultimo rapporto Esvac include anche informazioni sui progressi compiuti verso gli obiettivi fissati nella strategia Farm to Fork della Commissione europea per ridurre la vendita di antimicrobici per animali d’allevamento e acquacoltura nell’Ue. Nel 2022, i 27 Stati membri dell’Ue hanno raggiunto poco più della metà dell’obiettivo di riduzione del 50% fissato per il 2030 rispetto al 2018 a questa voce, “dimostrando di essere sulla strada giusta”.