Roma, 27 novembre – Antibiotico-resistenza, questa sconosciuta (almeno alle nostre latitudini, e il datp contribuisce a spiegare molte cose). Un italiano su due non ha mai sentito parlare del problema e il 46% utilizzerebbe gli antibiotici anche per infezioni virali, quai 8 su 10 affermano di aver utilizzato antibiotici negli ultimi 12 mesi e, di questi, ben il 56% lo ha fatto per infezioni del tratto respiratorio superiore, come mal di gola/faringite, laringite e tonsillite, condizioni prettamente di origine virale dove, spesso, gli anti-microbici i non sono necessari. I dati emergono da una ricerca sull’utilizzo degli antibiotici nel nostro Paese e sulla conoscenza e sensibilità dell’antibiotico–resistenza da parte dei nostri connazionali condotta svolta da Iqvia, società leader a livello globale nell’elaborazione ed analisi dei dati in ambito sanitario, in collaborazione con Reckitt, una delle multinazionali leader dei prodotti Otc per la cura del mal di gola.
L’indagine è stata condotta su un campione di oltre 1.300 soggetti, rappresentativo della popolazione italiana adulta, ed è stata presentata in occasione della Settimana mondiale sull’uso consapevole degli antibiotici celebrata dal 18 al 24 novembre. L’antibiotico-resistenza, fenomeno sconosciuto alla metà del campione intervistati, è un problema sanitario di dimensioni ormai allarmanti: in Italia muoiono ogni anno circa 11 mila persone per infezioni che non possono essere curate a causa della resistenza agli antibiotici, mentre a livello mondiale l’Amr, secondo le stime, provocherà 10 milioni di morti ogni anno entro il 2050.
All’origine dell’uso inappropriato di un antibiotico contribuiscono la scarsa conoscenza circa le modalità corrette del suo e l’assenza di una valutazione medica. Per curare le comuni infezioni delle vie respiratorie superiori – come ad esempio raffreddore, influenza e, nella maggior parte dei casi, il mal di gola – gli antibiotici molto spesso non sono necessari, proprio perché si tratta di infezioni sostenute da virus, contro i quali gli antibiotici non esplicano alcun effetto terapeutico.
L’uso frequente degli antibiotici porta infatti a sviluppare un adattamento di alcuni microrganismi che acquisiscono la capacità di sopravvivere, resistere e perfino proliferare, in presenza di una concentrazione di un agente antibatterico, generalmente sufficiente a inibire o uccidere microrganismi della stessa specie, rendendo, così, l’azione dell’antibiotico inefficace. A proposito del mal di gola, per esempio, la stessa Aifa ha ormai accertato – si legge in uno nota diffusa per l’occasione – che in 9 casi su 10 è di origine virale e non batterica, e quindi non necessita dell’assunzione dell’antibiotico per la sua cura. Ciò nonostante, in Italia, il mal di gola rappresenta, tra le patologie elencate, quella con la più alta percentuale di utilizzo inappropriato di antibiotici, come evidenziato nel rapporto nazionale del 2021 redatto proprio dall’Aifa sull’utilizzo degli antibiotici in Italia.
Dall’indagine Iqvia emerge che il medico di medicina generale continua ad essere il punto di riferimento per il paziente per le informazioni (53%), ma preoccupa il dato che un italiano su 2 non abbia mai sentito parlare di antibiotico–resistenza. In particolare, tra coloro che dichiarano di non averne sentito parlare, il 49% la definisce erroneamente e semplicemente come inefficacia dell’antibiotico, mentre il 45% non ritiene che questo fenomeno possa diventare un vero e proprio problema. Ad aggravare ulteriormente la situazione, poi, ci sono le percentuali legate alle modalità di utilizzo degli antibiotici che, come dimostrato dalla ricerca, mettono in mostra molti atteggiamenti scorretti e credenze sbagliate, potenzialmente pericolose per la salute: il 41% non collega la resistenza all’antibiotico alla sua assunzione senza una reale necessità, il 49% è propenso a utilizzare un antibiotico che ha già a disposizione a casa senza una nuova prescrizione e il 46% utilizzerebbe erroneamente antibiotici anche per curare infezioni virali, come l’influenza, senza approfondire con il medico.
Emerge infine la problematica cruciale sulla scarsa e poco diffusa consapevolezza circa le conseguenze di un’assunzione errata e non controllata dell’antibiotico, segnalata dal circa il 40% di coloro che assumono gli antibiotici per il mal di gola senza conoscere i rischi di un uso improprio: credono che si possa assumere senza un particolare controllo e senza esami approfonditi sull’origine dei sintomi.
In questo contesto, Reckitt evidenzia il suo ruolo di azienda che – responsabilmente – contribuisce fattivamente allo sviluppo di un piano di intervento con tutti gli interlocutori chiave nella gestione appropriata delle patologie del tratto respiratorio superiore. Tutti i dettagli sono consultabili al sito decidiconcura.it.