Roma, 1 dicembre – Alla carenza di farmaci sul circuito distributivo, fenomeno che ormai accomuna la generalità dei Paesi membri della Ue, sembra si vada ad aggiungere la certo non meno grave carenza di personale farmacista nelle farmacie di comunità del Vecchio Continente, che a leggere le “cronache d’altrove” soffrono di un problema che forse ritenevamo riguardasse solo il nostro Paese. Invece no: con le caratteristiche diffusive di una malattia infettiva, la mancanza di laureati in farmacia colpisce ormai anche altri Paesi, dove i presidi farmaceutici di comunità fanno i salti mortali per assicurarsi livelli di personale sufficienti a garantire il servizio.
Il problema tocca paesi come il Regno Unito, dove è una pratica invalsa, soprattutto tra le catene di farmacie, “rubarsi” i farmacisti dipendenti allettandoli con bonus, premi e migliori condizioni di lavoro e retributive. Ma anche in Francia il problema è molto avvertito, anche a causa della limitazione delle norme di legge che limitano l’accesso agli studi in farmacia, che – secondo i dirigenti delle sigle dei farmacisti: una situazione, hanno denunciato i dirigenti delle sigle dei farmacisti francesi, che non potrà essere del tutto sanata prima di vent’anni e che è diventata sempre più critica a causa (come in Italia) dell’affermazione di nuovi servizi che richiedono più personale laureato. Che si è anche pensato di poter arruolare all’estero – questa l’idea dei cugini francesi – lanciando un appello internazionale per promuovere le possibilità per i farmacisti di altri Paesi di lavorare in Francia, garantendo un trattamento gratificante in termini di crescita professionale e di carriera.
Merita di essere segnalato il caso della Germania, dove a mali estremi si risponde con rimedi altrettanto estremi: in diverse regioni del Paese, infatti, i clienti delle farmacie potrebbero dover affrontare orari di apertura più brevi. Nello scorso ottobre, l’Abda, l’associazione federale delle associazioni dei farmacisti tedeschi, ha confermato un rapporto secondo il quale gli orari minimi di apertura sono stati ridotti in sei Länder federali. A tagliare l’orario di esercizio sono state le farmacie del Brandeburgo, del Meclemburgo-Pomerania anteriore, della Sassonia, della Sassonia-Anhalt, della Renania-Palatinato, del Nord Reno e della Vestfalia-Lippe.
Le nuove normative tedesche in ambito camerale danno infatti la possibilità alle singole farmacie di avere orari di apertura più brevi. Sono i responsabili dei singoli esercizi a scegliere e decidere e – essendo molte le farmacie che non hanno personale sufficiente – il timore è che possa diffondersi l’opzione necessitata di ridurre l’orario, sulla base del pragmatico principio che “una farmacia con orari di apertura leggermente ridotti è meglio di nessuna farmacia, soprattutto nelle zone rurali”, come spiegato al Frankfurter Allgemeine da una portavoce di Abda. La carenza di personale si registra con maggiore frequenza soprattutto nelle regioni rurali, riferisce il giornale tedesco, che ricorda come le norme minime varino a seconda del distretto camerale. Nel distretto della Renania Settentrionale, ad esempio, le farmacie devono essere aperte quattro giorni alla settimana per almeno sei ore tra le 8 e le 20 e tre ore negli altri giorni. L’associazione federale consiglia ai clienti di verificare presso la propria farmacia gli orari di apertura.