Roma, 1 dicembre – La buona comunicazione? È la strada obbligata per promuovere e affermare la cultura della prevenzione. Per questo deve essere ripensata, quale vero e proprio strumento di governance sanitaria per educare i cittadini ad avere un ruolo attivo nel prendersi cura della propria salute e per ridurre il carico di malattie infettive ad alto impatto sociosanitario, soprattutto per la popolazione anziana e fragile.
Questo il messaggio lanciato durante la due-giorni di Italia Longeva dedicata al tema La prevenzione vaccinale dell’anziano e del fragile nel Pnpv 2023-2025’, in corso da ieri a Roma al ministero della Salute, che ha riunito i protagonisti della sSanità nazionale, regionale e territoriale per confrontarsi sulle novità introdotte dal Piano nazionale di Prevenzione vaccinale 2023-2025 e sulle migliori strategie per una sua efficace applicazione.
Il rafforzamento della comunicazione, insieme alla riorganizzazione del servizi vaccinali in ottica di maggiori capillarità e flessibilità, sono tra i principali obiettivi strategici del nuovo Piano per contrastare l’esitazione e la cosiddetta ‘fatica vaccinale’ – portato della pandemia Covid – e promuovere un’adesione più ampia e consapevole ai programmi di immunizzazione quale parte integrante di un corretto stile di vita volto al raggiungimento di un invecchiamento in buona salute. A oggi, infatti, i bassissimi tassi di copertura vaccinale nella popolazione adulta e anziana per le malattie infettive prevenibili da vaccino – influenza, polmonite pneumococcica, herpes zoster e Covid – continuano a essere molto lontani dagli obiettivi fissati dalle autorità sanitarie nazionali e internazionali, nonostante la gratuità dell’offerta per i soggetti fragili e i numeri preoccupanti sulla morbilità e mortalità che continuano a registrarsi ogni anno.
“Oggi più che mai, è prioritario investire sulla ‘buona’ comunicazione intesa come vero strumento di governance sanitaria in grado di arrivare alla pancia delle persone e di farlo nel modo più pervasivo possibile, sfruttando tutti i canali di informazione a disposizione” dichiara in una nota Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva . “Per vincere la sfida della disinformazione, che è la vera causa dell’esitazione a vaccinarsi, Italia Longeva è da sempre attiva nel campo della comunicazione sociale in ambito vaccinale, anche sperimentando l’audiovisivo, mezzo di comunicazione in grado di impattare con maggiore forza sull’emotività delle persone stimolando una riflessione più profonda sull’importanza della prevenzione. Modalità e linguaggi” conclude Bernabei “cuciti sui bisogni di informazione della popolazione anziana per la quale la vaccinazione resta il gesto di prevenzione più facile e sicuro, oltre che gratuito, per guadagnarsi anni in buona salute”.
Tra le novità introdotte dal Pnpv 2023-2025, che punta a superare le disomogeneità sul territorio, promuovere una diffusa capillarità dei punti vaccinali e una maggiore proattività per raggiungere i gruppi di popolazione ad alto rischio, particolare rilievo assume l’aggiornamento annuale del calendario vaccinale, inserito all’interno dei Livelli essenziali di assistenza (Lea): la possibilità di aggiornare il calendario in maniera efficace e tempestiva, anche rispetto alla disponibilità di nuovi vaccini, va a beneficio di una sempre maggiore appropriatezza vaccinale, in particolar modo per la popolazione anziana. Il Piano, inoltre, sostiene l’implementazione di un modello a rete per la prevenzione vaccinale, attraverso i presidi territoriali – medici di medicina generale e farmacie -, ma anche i centri vaccinali ospedalieri, assicurando così una presa in carico degli anziani e dei pazienti cronici a più alto tasso di fragilità.
“La vecchiaia non deve essere necessariamente una fase della vita accompagnata da fragilità, ma per un invecchiamento attivo è necessario fare prevenzione, e la vaccinazione ne è parte integrante” argomenta Francesco Vaia, direttore della Direzione Generale alla Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute (nella foto). “Sappiamo però che è necessario il supporto di tutti gli attori coinvolti nella prevenzione vaccinale. Per questo, con le circolari alle Regioni emanate nelle ultime settimane, abbiamo rimarcato l’importanza di promuovere e ampliare l’offerta attiva delle vaccinazioni nelle categorie più a rischio: ad esempio, l’inserimento della vaccinazione nei Pdta rappresenta un elemento imprescindibile per rilanciare l’immunizzazione negli anziani e nei fragili“.
“La lezione impartita dal Covid poco ha impattato sulla fiducia della popolazione sulla sicurezza ed efficacia preventiva dei vaccini contro le malattie infettive” aggiunge Roberta Siliquini, presidente della Società italiana di Igiene, Medicina preventiva e Sanità pubblica (Siti). “La prevenzione vaccinale è uno strumento prezioso di salute pubblica soprattutto per le persone che vivono in condizioni di fragilità perché maggiormente esposti ai rischi connessi all’infezione che può solo peggiorare gli outcome di salute. Auspichiamo che tutte le Regioni applichino il Piano coerentemente con gli obiettivi con cui è stato predisposto, a beneficio della salute dell’individuo e della collettività”.