Roma, 13 febbraio- Le imprese Cdmo (acronimo per Contract development and manufacturing organization, in questo caso riferito agli specialisti della manifattura farmaceutica) hanno saputo conquistare spazi sempre più rilevanti nel panorama globale grazie a investimenti e produzioni a maggiore valore aggiunto, esportazioni e qualità elevata, a partire dalle risorse umane.
A sostenerlo, riferendo di un incontro tenutosi lo scorso 9 febbraio al quale hanno peso parte tra gli altri Marcello Cattani, presidente di Farmindustria e Anna Maria Braca, presidente del Gruppo Cdmo di Farmindustria, è un post che la stessa sigla delle aziende del farmaco ha pubblicato sui social.
Gli ultimi dati di bilancio mostrano l’Italia al primo posto in Europa con il 23% del fatturato, seguita da Germania (20%) e Francia (16%). Con 15mila addetti, inoltre, il nostro Paese, vale il 22% del totale dell’occupazione. Caratteristiche che fanno delle imprese Cdmo non solo partner nella produzione e sviluppo dei prodotti, ma anche realtà strategiche per la crescita di tutta l’industria farmaceutica.
Per mantenere e rafforzare questi risultati e rispondere alla concorrenza internazionale è necessario un contesto attrattivo per gli investimenti, tempi brevi e procedure regolatorie sempre più efficienti.
Negli anni monitorati da un’indagine Farmindustria-Prometeia, il fatturato del Cdmo “è aumentato a un ritmo prossimo al 9% medio annuo (+203% nel complesso del periodo 2010-2023)”, risulta dalla rilevazione, e “c’è una vivacità nettamente superiore alla media manifatturiera, cresciuta a un ritmo medio annuo del 2,7% nel medesimo periodo”.
“Le produzioni iniettabili – emerge inoltre dall’indagine – rappresentano, da sole, quasi la metà del fatturato totale (quota un poco inferiore a quella del 2010, ma in netta ripresa rispetto al 44% del 2019). Le produzioni non iniettabili hanno beneficiato di un aumento del fatturato (in valore assoluto) nel periodo analizzato, mantenendo una quota stabile negli ultimi anni (al 27%, tuttavia in forte calo rispetto all’oltre il 40% del 2010)”.
Il settore degli specialisti della manifattura farmaceutica “conferma una propensione all’investimento strutturalmente elevata, stimati in crescita a doppia cifra (+13%) anche nel 2023”.
“La ripartizione per tipologia resta sostanzialmente allineata al trend storico: dominano gli investimenti in linee produttive (con quelli in nuovi impianti saldamente al di sopra del 50% del totale)” ; si legge ancora nel post, che conclude evidenziando come “rispetto alla precedente indagine, si osserva un piccolo aumento di quota (+1%) sia per investimenti in sviluppo sia per sistemi informativi”.