Roma, 22 febbraio – Le imprese farmaceutiche vogliono continuare a far crescere il Paese e sono un cuore pulsante dell’economia e della salute, come dimostra l’incremento dell’export, nel 2023 superiore a 49 miliardi di euro, con una produzione di oltre 50 miliardi (dati Istat). “Il dato più alto di sempre, con una crescita di quasi il 3% rispetto al 2022 e di quasi il 90% negli ultimi 5 anni. Un record” ha ricordato Marcello Cattani (nella foto), presidente di Farmindustria, intervenuto lo scorso 20 febbraio alla 18ma tappa del roadshow Innovazione e produzione di valore. L’industria del farmaco: un patrimonio che l’Italia non può perdere, svoltasi a Torre Annunziata nel Polo produttivo di Novartis Farma, in un territorio dove sono presenti ben14 aziende del pharrna, da Farmaceutici Damor a Kedrion Biopharma, da Pierrel ad Altergon Italia, da Dompé Farmaceutici a Esseti Farmaceutici, fino ad Euromed, Ibsa Farmaceutici Italia e Merqurio Pharma.
Un record, ha aggiunto il presidente degli industriali del farmaco, è anche la crescita del saldo estero del pharma nazionale, che ha raggiunto i 10,7 miliardi di euro. E in questo scenario positivo, con buona pace degli scellerati che al solo sentire il nome Napoli e dintorni cominciano a fare il tifo per il Vesuvio, “la Campania è una regione strategica: basti pensare che nel 2023 ha superato i 4 miliardi di euro di esportazioni, l’80% dell’export hi-tech e il 26% di quello manifatturiero della regione. Inoltre, ha più di 2.000 addetti diretti, un terzo del totale dell’occupazione farmaceutica del Sud Italia, e oltre 4 mila considerando anche l’indotto” ha detto Cattani, definendo la Campania “una punta di diamante dell’industria farmaceutica nel Mezzogiorno, con la presenza sul territorio di aziende grandi, medie, piccole che rappresentano al meglio il made in Italy, con quello sguardo al futuro e quella creatività che da sempre contraddistinguono la nostra nazione”.
“L’industria farmaceutica pesa oggi l’8,2% del totale manifatturiero per le esportazioni, che nel 2023 è stato stabile; quindi, senza l’apporto delle nostre imprese, sarebbe calato” ha detto ancora Cattani. “Viviamo un momento di grande competizione a livello globale. Tra il 2023 e il 2028 saranno investiti in R&S circa 1.700 miliardi di dollari, e altrettanti in produzione. Nel 2023 i farmaci approvati dall’Fda, l’Agenzia regolatoria americana, sono stati 55, mentre nei 4 anni precedenti la media è stata di 49. Con una pipeline di medicinali in sviluppo nel mondo che oggi è già di oltre 21mila. Un’accelerazione che in Europa viene frenata da politiche ideologiche e anti-industriali” ha rimproverato Cattani “con un approccio che considera la salute dei cittadini solo come un costo. E dall’aumento negli ultimi 2 anni del 30% dei costi industriali che è strutturale, e quindi rende molto difficile la sostenibilità delle produzioni. Senza dimenticare poi la difficoltà di trovare le competenze necessarie per affrontare le sfide sempre più tecnologiche e digitali dei prossimi anni”.
“La nostra industria può ancora dare un contributo straordinario all’Italia e rafforzare la sua leadership nell’Unione europea” ha concluso il presidente di Farmindustria. .