Roma, 26 febbraio – Cosa accadrà dopo le dimissioni del presidente Giorgio Palù ai vertici dell’appena rinnovata Aifa? Questa la domanda che comprensibilmente tiene banco tra gli addetti ai lavori (e non solo), preoccupati che un organismo cruciale come l’agenzia regolatoria riprenda quanto prima la sua piena funzionalità ed efficienza, dopo una riforma che ne ha riconfigurato la governance, non senza sollevare il consueto codazzo di polemiche.
Sotto il fuoco delle critiche, erano infatti finite le nomine di due componenti della Cse, la nuova Commissione scientifica ed economica dell’Agenzia italiana del farmaco, nata dalla fusione del comitato tecnico scientifico e quello dei prezzi, tra i cui componenti almeno due (il cardiologo Giancarlo Agnelli e il medico di base Walter Marrocco) sarebbero per qualcuno colpevoli di essere già in età pensionabile. Rilievo apparso fin da subito pretestuoso, se non addirittura risibile, alla luce della competenza e dell’esperienza dei due professionisti, che andrebbero considerate un prezioso plus e non certo un problema.
Le perplessità più malevole erano state però sollevate dalla nomina nella stessa Cse del farmacista barese Vincenzo Lozupone. C’è chi ha fatto fatica a individuare i motivi della scelta, dando voce al sospetto che – essendo il farmacista collega e amico del sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato – essa sia stata effettuata sulla base di quell’“amichettismo” che la presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni non perde occasione di esecrare nelle sue pubbliche dichiarazioni. Sul punto, Gemmato tagliò subito corto, affermando che essere laureati in Farmacia e avere fatto fatto esami di Farmacologia, Chimica farmaceutica, Legislazione farmaceutica e svariati altri è già di per sé un titolo sufficiente per sedere in quel consesso: “Nell’Aifa ci sono già precedenti di farmacisti di comunità nelle Commissioni” replicò piccato il sottosegretario a quanti avanzavano dubbi e rilievi critici sull’opportunità della nomina dell’amico e collega. “Dovrebbe sorprendere se non ce ne fossero”.
Niente di nuovo e diverso rispetto a quanto accade nel nostro Paese a ogni tornata di nomine, a ben vedere, e non a caso le polemiche – come tutte le tempeste sollevate in un bicchiere d’acqua – sembravano essersi subito sopite. A riaccenderle subitaneamente sono state le dimissioni certamente non serene (per dirla con un eufemismo) del presidente Palù, che di fatto costringono Aifa a una nuova situazione di stallo. Dalla quale, ora, bisogna subito uscire per restituire all’agenzia la piena operatività.
Come farlo nel modo migliore e più rapido possibile? Ai sensi del nuovo regolamento dell’Agenzia, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 gennaio scorso, “in caso di assenza o di legittimo impedimento del presidente, le sue funzioni sono temporaneamente svolte dal consigliere di amministrazione designato dal ministro della Salute”. Sarà questa la scelta del ministro Orazio Schillaci? O propenderà per un altro possibile scenario, la nomina di un commissario che il titolare del dicastero può nominare a stretto giro, individuando una personalità del mondo scientifico con esperienza nel settore per traghettare l’agenzia fino alla nomina di un nuovo presidente, che richiede qualche tempo? Ricordiamo, al riguardo, che il presidente viene nominato con decreto del ministro della Salute, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, sentito il ministro dell’Economia e delle Finanze. Sono in molti a scommettere che Schillaci si orienterà sull’opzione commissario, ma comprensibilmente c’è molta curiosità e attesa sulle scelte del ministro.
In ogni caso, circola già qualche nome (ne riferisce un lancio dell’Ansa) sul possibile successore di Palù alla prevalenza. Il più accreditato sembrerebbe essere quello di Guido Rasi (nella foto), già direttore esecutivo dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) e prima ancora direttore generale dell’Aifa (dal 2008 al 2011) dopo esserne stato membro del consiglio di amministrazione dal 2004 al 2008. Attualmente, Rasi insegna Microbiologia e Microbiologia Clinica all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e da più di un anno (gennaio 2023) è consulente del ministro della Salute Schillaci con l’incarico di esperto nel settore dei farmaci. Oltre a quello di Rasi, i rumors fanno il nome di Marco Cavaleri, dirigente dell’Ema responsabile della strategia per le minacce sanitarie e i vaccini. Secondo il lancio Ansa, però, ci sarebbe in campo anche l’ipotesi di una soluzione interna all’agenzia o quella di puntare su una figura femminile.
Intanto, se Palù se ne è andato, tutti gli altri vertici dell’Aifa di fresca nomina si sono insediati al loro posto, a partire dal direttore amministrativo (Giovanni Pavesi) e quello tecnico-scientifico (Pierluigi Russo). Poi c’è il Cda con i consiglieri: Vito Montanaro e Angelo Gratarola, membri scelti dalla Regioni; Emanuele Monti, presidente della Commissione Welfare del Consiglio regionale lombardo, scelto dal Mef; Francesco Fera, designato dal ministero della Salute. La Commissione unica scientifico-economica (Cse) è guidata da Lara Nicoletta Angela Gitto, indicata dal ministero della Salute insieme a Giancarlo Agnelli, Walter Marrocco, Ida Fortino in rappresentanza del Mef e il già ricordato Vincenzo Danilo Lozupone. I membri della Cse indicati dalle Regioni sono: Giovanna Scroccaro, Elisa Sangiorgi e Giuseppe Toffoli.