Roma, 27 febbraio – Le allergie alimentari sono un autentico spauracchio, come ben sa chi ne soffre e vive nella costante preoccupazione, ogni qual volta si trova a mangiare fuori casa, di ingerire per sbaglio, nonostante tutte le precauzioni, un alimento per lui/lei proibito e in grado di scatenare reazioni anche gravissime, nel peggiore dei casi uno choc anafilattico che – se non immediatamente contrastato con farmaci salvavita – può condurre alla morte.
Comprensibile dunque la speranza, se non addirittura il sollievo, con il quale costoro hanno accolto la decisione della Food and Drug Administration (Fda), l’ente federale che regola il settore farmaceutico e alimentare negli States, di approvare il primo farmaco in grado di ridurre le reazioni allergiche innescate da un’ampia gamma di alimenti o ingredienti allergeni dopo un’esposizione accidentale.
Il farmaco, in realtà, è già disponibile da tempo nell’armamentario terapeutico: si tratta infatti di Xolair di Novartis, a base di omalizumab, anticorpo monoclonale già impiegato anche in Italia per il trattamento dell’asma allergica, dell’orticaria cronica spontanea e di altre patologie. L’autorità regolatoria USA, però, per la prima volta al mondo ne ha approvato l’uso anche per il trattamento dei pazienti con allergie alimentari gravi mediate dalle immunoglobuline E (allergie IgE-mediate), negli adulti e nei bambini di età superiore a un anno.
Fda si è preoccupata di chiarire fin da subito che Xolair con la nuova indicazione di impiego non è in nessun modo una terapia curativa delle allergie alimentari, ma un farmaco “destinato all’uso ripetuto per ridurre il rischio di reazioni allergiche”, tanto che – spiega l’agenzia statunitense – “i pazienti che assumono Xolair dovranno continuare a evitare gli alimenti a cui sono allergici”. Va anche aggiunto che l’ok di Fda all’impiego di omalizumab non include il trattamento immediato in caso di reazioni allergiche, compreso lo shock anafilattico, casi per i quali Xolair non è autorizzato. Pur con tutti i distinguo e le limitazioni, lo “sdoganamento” del farmaco per le allergie alimentari rappresenta in ogni caso un importante passo in avanti per i pazienti con un’allergia alimentare IgE-mediata, che producono anticorpi specifici (IgE) contro particolari proteine contenute nel cibo incriminato, innescando una reazione immunitaria nel momento in cui viene ingerito l’alimento o il componente a cui è allergico.
L’omalizumab agisce proprio inibendo la reazione immunitaria: in pratica, l’anticorpo monoclonale si lega all’immunoglobulina E (IgE) che scatena le reazioni allergiche e blocca il legame delle IgE con i suoi recettori, inibendo la reazione immunitaria stessa. L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) lo aveva già approvato per il trattamento dell’asma persistente grave-moderata in pazienti positivi ai test cutanei per le allergie che non riescono a tenere sotto controllo i sintomi con i corticosteroidi.
È bene ribadire in ogni caso che il via libera di Fda a Xolair per i pazienti con allergie alimentari non è una cura per l’allergia alimentare, che di fatto rimane ancora senza un trattamento specifico, ma solo “un’opzione terapeutica per ridurre il rischio di reazioni allergiche dannose in alcuni pazienti con allergie alimentari IgE-mediate”, come spiega lo stesso ente federale statunitense in una nota ufficiale l’Fda, dove ha cura di ribadire che il farmaco di Novartis “non eliminerà le allergie alimentari né permetterà ai pazienti di consumare liberamente gli allergeni alimentari, ma il suo uso ripetuto contribuirà a ridurre l’impatto sulla salute in caso di esposizione accidentale”.
Chi è allergico dovrà quindi continuare a evitare rigorosamente gli alimenti a cui è allergico e farsi somministrare prontamente l’epinefrina – o anche l’adrenalina – per trattare l’anafilassi in caso di esposizione accidentale.
Da questo punto di vista, anche in caso di approvazione da parte di Ema e Aifa di questa estensione d’uso dell’omalizumab, lo stile di vita delle persone allergiche non dovrà certamente cambiare.